ESEQUIE DI SUOR ANGELA
(Cattedrale di Locri – 11 ottobre 2020)
Omelia di S.E. monsignor Francesco Oliva
Esprimo, a nome della comunità diocesana, la mia vicinanza alla famiglia di suor Angela, in particolare alla sorella. Vicinanza alla sua famiglia religiosa, le Ancelle Parrocchiali dello Spirito Santo, qui rappresentate dalla madre Generale e da tante altre sue consorelle. Celebriamo oggi l’ingresso nel banchetto del cielo di suor Angela, una donna che ha consacrato la sua vita al Signore entra a far parte della compagnia dei Santi.
Suor ANGELA FRATERNO, nata il 14 settembre 1940 a Locri, era entrata nell’Istituto “Ancelle Parrocchiali dello Spirito Santo il 2 settembre 1956. Dopo aver conseguito il Diploma di Maestra d’Asilo, emise i primi voti perpetui il 22 settembre 1966. 54 anno di vita consacrata al Signore. Fu una suora esemplare, buona, socievole, comprensiva e caritatevole. Ben voluta dai bambini e dai genitori nella scuola materna di Matera e di Roma fu maestra premurosa e affettuosa verso i piccoli. Dal 1978 a 2001, ha svolto il suo apostolato nella Casa di riposo “Sant’Antonio” di Siderno, dove si dedicò al servizio degli anziani con grande dedizione. Dal 2002 operò nella Casa Famiglia di Locri come assistente/educatrice e come Direttrice dal 2008 a 2013.
Col suo modo di essere gentile, delicata ed accogliente, acquistò la benevolenza di tutti, grandi e piccoli.
Dopo una lunga malattia sofferta, vissuta con fede e speranza, ricevuto il conforto dei sacramenti, l’11 ottobre 2020, circondata dall’affetto e dalle preghiere delle consorelle, è ritornata alla Casa del Padre.
Sr Angela, consacrando la sua vita al Signore attraverso la professione religiosa, ha dimostrato di essere interiormente libera. Solo se si è liberi si è capaci di scegliere e di scegliere il Signore. Chi si consacra al Signore è una persona estremamente libera, capace di mettersi al suo servizio.
Paolo afferma: «chi è stato chiamato nel Signore è un uomo libero, a servizio del Signore, allo stesso modo chi è stato chiamato da libero è schiavo di Cristo» (1 Cor 7,22).
“Cristo ci ha liberati per la libertà!”. La libertà acquistataci da Gesù consiste nell’essere “a servizio gli uni degli altri” (Gal 5,1.13). Libertà e amore che si dona coincidono! Al contrario, obbedire al proprio egoismo conduce a rivalità e conflitti. Solo chi è libero è capace di amare.
La religiosa è una donna veramente libera. Chi si consacra a Dio è veramente libero. Chi rinuncia a tutto, persino a se stesso, per seguire Gesù, entra in una nuova dimensione della libertà, che san Paolo definisce “camminare secondo lo Spirito” (cfr Gal 5,16). “Dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà» (2 Cor 3,17).
La libertà è poter fare della propria vita un dono generoso e completo mediante la carità a servizio gli uni degli altri. Tutta la legge di Dio trova la sua pienezza nel precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso.
Il Vangelo ci presenta la reazione di Gesù di fronte a coloro che chiedono un segno per credere in Lui. Dopo che Gesù aveva guarito un indemoniato molti dicono che egli ha operato il miracolo in nome di Belzebul, principe dei diavoli. C’è diffidenza ed incredulità attorno a Lui. Gesù chiama “malvagia” la generazione che gli chiede un segno. Ad essa non sarà dato alcun segno se non il segno di Giona.
Qual è questo segno?
Per Matteo il segno per credere in Gesù è dato da Giona che rimane per tre giorni e tre notti nel grembo del pesce: Giona è immagine di Gesù che rimane nel tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Gesù che muore e risorge e attraverso la sua parola ci mostra il volto della misericordia di Dio è il segno che ci viene dato per credere. Occorre allora accogliere Lui e credere nella sua persona e nel mistero della sua vita.
Per Luca il segno per credere in Gesù è la conversione dei Niniviti in seguito alla predicazione di Giona.
Occorre essere liberi, se vogliamo fare le scelte che giovano veramente alla nostra vita. Essere liberi non è agire secondo la propria opinione: “Sono libero se faccio quello che voglio”. Essere liberi è essere in grado di poter fare quello che si è chiamati a fare, che si ha il dovere di fare. Sono libero se faccio quello che devo fare.
Per papa Francesco, “libertà vuol dire saper riflettere su quello che facciamo, saper valutare ciò che è bene e ciò che è male, quelli che sono i comportamenti che fanno crescere, vuol dire scegliere sempre il bene. Noi siamo liberi per il bene. E in questo non abbiate paura di andare controcorrente.” (Papa Francesco).
Suor Angela ha saputo scegliere il sommo bene. Per questo oggi lodiamo e ringraziamo il Signore per la testimonianza di vita religiosa che ci lascia. E’ una eredità che tutte voi, Ancelle parrocchiali dello Spirito Santo, dovete saper far germogliare. Ma anche tutti noi dobbiamo far nostra. Siamo liberi nella misura in cui sappiamo scegliere ed operare il bene.
(foto di Giulio Archinà)
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