Indice
31 marzo 2020
Ha l’ardire di appropriarsi del Nome! Costui bestemmia! Come può dire di sé: IO SONO?
Fa un chiaro riferimento alla vicenda Mosè e al Serpente di bronzo che, innalzato, dà la salvezza.
Proprio dinanzi a Lui, innalzato sulla croce, si gioca tutta la nostra vita. È facile riconoscerlo quando opera guarigioni, quando ammaestra, affascinando le folle, facendo quello che gli chiediamo.
E invece siamo chiamati a riconoscerlo nell’estremamente impotente Crocifisso.
È questo il mio dio? Non sarebbe meglio un dio che fa quello che voglio, che interviene in questo momento così duro dell’umanità, che mette finalmente le cose a posto?
Un dio così a che serve?
Soltanto se il mio cuore riesce a contemplare quegli occhi crocifissi, soltanto allora comprenderò la portata sconvolgente del Suo essere uomo e del Suo dirmi: “ora tu va”.
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30 marzo 2020
Due donne: Susanna, accusata ingiustamente, che si abbandona a Dio; l’adultera, accusata secondo una comoda giustizia umana.
Susanna salvata da un ragazzino che ha il coraggio di dire e fare la verità; l’adultera, salvata da Lui che realizza la misericordia.
L’atteggiamento di Gesù è sconcertante e affascinante: agli scribi e i farisei non rivolge neppure uno sguardo, rivolgendosi all’adultera si alza in piedi, la guarda, la chiama con quel nome che usa anche con Sua Madre: donna. E le dona la liberazione.
Gesù, fa con me come hai fatto con questa donna. Io non ti chiedo niente; tu sai. Che io possa sentire la Parola: neppure io ti condanno, va e non peccare più. Che io viva la gioia del perdono.
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29 marzo 2020 – V Domenica di Quaresima
“Questa malattia non è per la morte, ma è per la gloria di Dio”: possiamo leggere questo tempo
che viviamo in questa ottica?
“Signore, se tu fossi stato qui….” : è la parola dolorante di Marta e di Maria; è la parola che
sempre risuona in noi nel momento della prova (Gedeone dirà: “se il Signore è con noi,
perché tutto questo?” e nei Salmi troviamo: “Svegliati, perché dormi? Ne va della Tua
gloria”). È il grido attuale dell’umanità: Dio dove sei?
“Tuo fratello resusciterà”: credo davvero alla resurrezione? Credo davvero che il Crocifisso è il Cristo?
“Gesù scoppiò in pianto”: oggi piange sulla nostra morte. Ci ama.
Ed ora, tocca a noi rimuovere la pietra dal sepolcro; tocca a noi sconfiggere la morte.
E ancora, negli occhi, quel povero vecchio che si aggrappa alla Croce e lotta con le sue deboli forze per essere “intercessore” tra il Crocifisso e noi.
Buona domenica.
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28 marzo 2020
“Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!»… Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!»”
È sempre così: Chi sa, chi ha studiato, chi conosce la legge, sa bene come vanno le cose e usa la sua conoscenza come arma di potere e di disprezzo. Gli esperti sono esperti.
Non è possibile che un “povero cristo” sia creduto; non è possibile che sia Lui.
Intanto, un gesto terribilmente inutile e impotente sconfigge le tenebre: un povero vecchio, stanco e malato, in un silenzio pieno di dolore, si aggrappa alla croce e si erge sostenendo un piccolo bianco pezzo di pane che invade il cuore di milioni di uomini. Egli mostra agli esperti e ai sapienti di questo mondo l’Agnello sacrificale.
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27 marzo 2020
Ancora oggi, Egli è pietra d’inciampo. Non riusciamo ad inserirLo in nessuna categoria e casella. Lo conosciamo e sappiamo di dove è e, proprio per questo, nei fatti lo rifiutiamo.
Vorremmo che fosse più comprensibile, più alla nostra portata, più pronto a fare ciò che vogliamo, più “scontato”. Meglio una statuetta da portare sempre con noi, specie di amuleto docile e innocuo.
E invece, non risponde alle nostre attese-pretese; a volte sembra che dorma; neppure scuotendoLo, riapre gli occhi; sembra che non si commuova dinanzi alla morte dei Suoi.
E il deserto e il silenzio ci scuote.
Poi, all’improvviso, qualcuno che “non è dei nostri”, fa la propria professione di fede-abbandono fiducioso. Non chiede. Crede.
E aumenta la nostra gelosia, invidia, rabbia.
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26 marzo 2020
“Dio di Abramo Tuo amico
di Isacco Tuo Agnello
di Giacobbe Tuo Prediletto,
di Mosè Tuo Servo
di Gesù Tuo Cristo e Tuo Figlio,
ascolta il grido dell’umanità sofferente.
il pianto e il dolore di chi non ha più sostegno,
lo smarrimento e la speranza disperata
di chi non ha più radici e va in cerca di una terra.
Ancora oggi, suscita uomini e donne
che abbiano il coraggio
di rispondere Hinneni (Eccomi) alla tua chiamata.
A noi che viviamo questo lembo di terra
bello e martoriato,
dona la forza di rispondere
con il nostro cuore e le nostre mani
per ricostruire il “tutto bello” creato da Te.
Te lo chiediamo per la mediazione di Maria
Tua e Nostra Madre, la “Tutta Bella”.”
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25 marzo 2020 – Solennità Annunciazione del Signore
Tu, Maria, giovane donna
sai cosa vuol dire l’incontro che sconvolge la vita;
sai cosa vuol dire essere invasa dentro
dal Fuoco ardente che non brucia e genera;
sai cosa vuol dire il timore e il dubbio
e la coscienza della propria fragilità.
Tu sai che non puoi sottrarti al compito
di essere Madre di un nuovo popolo, libero e pellegrino.
Come Mosè, ti sei avviata lungo una via che non conosci
con una missione che non è tua ma che tu devi realizzare.
Aiutaci a non aver paura del Fuoco,
aiutaci a metterci in cammino,
aiutaci a vivere l’insperato
con la gioia e il coraggio di osare.
Che sia, oggi, l’inizio della nuova umanità.
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24 marzo 2020
“Non c’è nessuno che mi aiuti ad immergermi nella piscina”: la malattia più grave è la solitudine.
“Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”: il paralitico viene guarito non dall’acqua ma dalla Parola, però porterà per sempre il segno del suo male: il lettuccio sta a ricordargli la situazione di sofferenza vissuta. Le ferite vengono rimarginate, ma lasciano per sempre il segno e diventano la memoria della liberazione.
Noi usciremo da questa paralisi che ci attanaglia, ma dovremo per sempre farne memoria per poter vivere dignitosamente la nostra “nuova” vita.
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23 marzo 2020
“Poiché si godrà e si gioirà sempre
di quello che sto per creare,
poiché creo Gerusalemme per la gioia,
e il suo popolo per il gaudio.
Io esulterò di Gerusalemme,
godrò del mio popolo.
Non si udranno più in essa
voci di pianto, grida di angoscia.”
Condannati alla speranza perché è essa che ci tiene in vita e, anche nella piana tenebra, ci proietta nella luce.
Buona settimana
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22 marzo 2020 – IV Domenica di Quaresima
Una domenica in cui, immersi in tanto dolore, siamo invitati a gioire! La tenebra ci avvolge, vaghiamo senza senso; eppure cerchiamo la luce. Non è naturale questo nostro stato di cecità, ne vogliamo uscire, ma non ci credono e ci deridono. Dobbiamo, per vocazione, portare la parola di speranza; dobbiamo testimoniare la Luce.
Buona domenica.
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21 marzo 2020
“Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all’alba svanisce”. Come è vero e come siamo mutevoli. Come preferiamo sempre un amore “economico” ed evitiamo l’amore “gratuito” perché ci espone.
Il vero nome cristiano di amore è misericordia.
Ancora oggi, non basta commuoverci dinanzi alla tragedia di tanti nostri fratelli e sorelle, è necessario usare le mani, sporcarcele, farci prossimi. E il primo modo per realizzare ciò è che ciascuno/a di noi faccia la sua parte osservando la legge e andando oltre.
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20 marzo 2020
Quale è il primo comandamento? Il primo è: ascolta Israele.
Mettiamo il nostro orecchio sotto la Sua bocca e facciamoci dire cosa dobbiamo fare in questo tempo di morte.
“Ritorna a me con tutto il cuore e la tomba vuota diventa il sacramento della Vita”.
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19 marzo 2020 – Solennità di San Giuseppe
Giuseppe: un giovane chiamato a mettere da parte i suoi progetti e ad accogliere una vita che non solo va oltre la legge, ma che esige di andare oltre la logica umana. Egli accetta e, per tutta la vita, rimane nell’ombra e i suoi occhi sono pieni di premura e di cura per coloro che gli sono stati affidati. E vive la gratuità senza voler trattenere niente per sé. Modello per ogni padre, ma soprattutto per coloro che hanno, nella chiesa, il compito di “custodire” e “far crescere” senza mai poter impossessarsi né attendere una ricompensa.
Auguri a tutti/e coloro che portano questo nome.
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18 marzo 2020
“Se dici: fammi vedere il tuo Dio, io ti dirò: fammi vedere l’uomo che è in te e io ti mostrerò il mio Dio” (Teofilo di Antiochia). Per poterLo riconoscere e incontrare, non devi alzare gli occhi al cielo, né fuggire su un monte, ma devi abbassarti fino ad incrociare gli occhi dei tanti crocifissi del mondo. Oggi, apparentemente isolati, gli occhi del nostro cuore devono saper piangere il dolore, la sofferenza, la morte di tanti nostri fratelli e sorelle. Non basta emozionarci alle tante notizie dei social; è necessario sentire nella carne il grido e farlo nostro: perché?
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17 marzo 2020
In questo momento, più che chiedere interventi miracolistici, dobbiamo “ri-cordare” a Dio ciò che ha fatto in passato e che non può non essere più il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe, il Dio del Signore Nostro Gesù Cristo. Gli dobbiamo “ri-cordare” che noi siamo Suo popolo. Il fare memoria ci spingerà a guardare ad un futuro pieno di speranza.
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16 marzo 2020
Il volto del sindaco di Bergamo; la tristezza di vite strappate; l’impotenza di fronte ad un nemico subdolo. Eppure la salvezza viene da dove non te l’aspetti: proprio dallo scarto e dall’insignificanza. I fiumi rigogliosi di un paese lussureggiante, eppure Naamàn, lebbroso, deve accettare di bagnarsi in un rigagnolo d’acqua, il Giordano. La liberazione, la guarigione ci aspetta lì dove non pensiamo.
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15 marzo 2020 – III Domenica di Quaresima
Chi è stato nel deserto sa cosa è l’acqua e la sua necessità: è la vita. E la donna di Samaria ne ha bisogno. Eppure, alla fine del colloquio con questo Ebreo, ella lascia vicino al pozzo la brocca. L’ha dimenticata? Non ne ha più bisogno? Finalmente porta in sé “quell’acqua”!
Noi siamo nel deserto. Abbiamo bisogno di acqua pura. Lo straniero che ci dona acqua sono quei bambini del Kenya che hanno scritto su tanti cartelloni: forza Italia, ce la farai.
Buona domenica vivendo l’apparente digiuno eucaristico come vera eucaristia: azione di grazie in Cristo al Padre con la nostra vita.
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14 marzo 2020
Stiamo scoprendo che il “venerdì e sabato santo” non sono un rito liturgico, ma vita. Stiamo vivendo un tempo di passione-attesa. Lo possiamo vivere solo se portiamo nel cuore la speranza, solo se “sappiamo” che viene la domenica della luce e della verità.
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13 marzo 2020
Sapete cosa mi stupisce e mi consola? Vedere cinesi, palestinesi, musulmani solidali con noi; ci incoraggiano, ci invitano ad essere forti e pregano per noi. Può comprendere la sofferenza solo chi l’ha vissuta nella carne e nel cuore.
Come attenderci solidarietà da chi, ricco ed opulento, non si accorge neppure del Lazzaro che sta buttato alla porta? Da chi è abituato a gestire il capitale e usa gli uomini per i propri fini? Da chi non conosce quel Volto sfigurato che fa ribrezzo?