Il cammino del Vescovo Francesco Oliva
di Rocco Muscari
Il 20 luglio 2014 Monsignor Francesco Oliva è stato ordinato vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, da allora sono trascorsi sei anni in cui di un rinnovamento ben rappresentato dai tanti cantieri aperti per preservare un patrimonio unico e dalla forte presa di posizione nel contrasto ad ogni forma di illegalità. Un contrasto fermo e convinto che, tra l’altro, si concretizza anche con la gestione di numerosi beni sottratti alla ’ndrangheta, riutilizzati ai fini sociali.
La Chiesa è in continuo cammino e, ogni giorno che passa, getta le basi del percorso pastorale del prossimo futuro. Guarda al domani con la forza delle parole scritte nei Vangeli, come nel caso della partenza di Gesù verso la Galilea e la “chiamata” che il Salvatore rivolge a Filippo: «Seguimi». Non è facile “seguire” la chiamata, e lo sa bene Monsignor Francesco Oliva, da 6 anni alla guida della Diocesi di Locri-Gerace. È il 20 luglio del 2014 quando avviene l’Ordinazione episcopale di Monsignor Oliva nella Cattedrale di Gerace – dal 2019 Basilica Minore – da Sua Eccellenza Nunzio Galantino, Vescovo di Cassano all’Jonio e Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana.
“Ho avuto certezza che non mi appartengo più, che la chiamata del Signore mi aveva espropriato – scrive Monsignor Oliva esattamente un anno dopo l’ordinazione. – Ho avvertito, in alcuni momenti più che in altri, la preghiera del mio popolo, la vostra preghiera. Ho capito che solo questo sostegno mi avrebbe dato la forza di continuare”. È passato un anno e il vescovo inizia a gettare le basi del suo percorso, ed ecco la Locride come si è presentata al suo pastore: “In questo primo anno ho avuto conferma della chiamata del Signore: tanti volti incrociati sul cammino, in questa terra, che ho scoperto nella sua bellezza”.
Il vescovo sottolinea: “So che solo dalla relazione col Signore è possibile trarre la ‘pazienza’, che fa del Vescovo l’uomo della misericordia, che è la virtù che impedisce di sfigurare il volto materno della Chiesa, che è un volto di madre, sempre luminoso e amorevole.”
La missione evangelica del vescovo apre a una Chiesa “che si fa vicina, che non vuole essere distante, non accomodata su stessa, ma che si mette in cammino, forte e coraggiosa, verso quelle periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo, uscendo dalle sue comodità.”
Nel corso degli anni la Chiesa della Locride ha cambiato volto grazie all’opera di Monsignor Oliva, sempre attento a ascoltare e accogliere i sentimenti dei fedeli. Raccogliendo in molte circostanze il filo che si era spezzato nella società civile, troppo spesso avvilita da quanto avveniva. Il vigore della Chiesa e del suo vescovo hanno dato speranza e forza nel riprendere il cammino di fede. In questo frangente ritornano alla mente le parole dette dal Monsignore nell’omelia del 40º anniversario della sua ordinazione sacerdotale: «Può sembrare strano, ma in quel “seguimi” detto da Gesù a Filippo avverto come un invito personale, direi quotidiano, a un cammino di condivisione, sempre nuovo.»
Ritorna la “chiamata” di Gesù a Filippo, e la necessità e l’importanza che assumono ancora oggi quelle parole del Vangelo per ricordare che «la nostra terra ha bisogno di tanti “Filippo” che sappiano mostrare il Signore.»
Accanto a Filippo c’è anche la “chiamata” a Natanaele, «che invece sembra essere una chiamata alla conversione: la chiamata ad una conversione continua. Convertirsi è condividere l’esperienza di Natanaele: è un voltarsi verso la luce, un lasciarsi inondare da essa, un dare un senso nuovo alla vita, un vero seguire il Signore».
Quello della conversione quotidiana è un tratto importante dell’azione pastorale di Monsignor Oliva, che invita a saper cambiare e stimola i fedeli a superare i macigni della quotidianità, ricordando che «di fronte a Maria non ci sono scogli insuperabili. Madre è la luce che ci illumina dall’alto, che non ci lascia soli, ci aiuta a superare ogni scoglio.»
Il 10 maggio 2017 il Monsignore, nel corso dell’omelia nella giornata della dedicazione del Santuario di Santa Domenica di Placanica a “Nostra Signora dello Scoglio”, riprende il discorso sull’importanza della conversione che «è il vero messaggio che ci viene dallo Scoglio: ritornando al Signore, si colmano i vuoti e le povertà di una vita sbandata.»
Nell’emozione di quella giornata, con a fianco Fratel Cosimo, a gioire non sono solo i fedeli devoti della Madonna dello Scoglio, ma tutta la Chiesa diocesana. Anche per questo riecheggiano con più vigore le parole del vescovo che, tra l’altro, ha detto: «Questo Santuario è il Santuario diocesano del Giubileo della Misericordia: vuole restare nel tempo “segno della misericordia giubilare”, luogo di riconciliazione e di perdono, un appello alla conversione per quanti hanno scelto la via del malaffare che ha contribuito a paralizzare la crescita e lo sviluppo del nostro territorio, per quanti, con i loro loschi intenti, si sono posti al di sopra della legge e hanno calpestato la dignità del fratello. Maria invita tutti alla conversione. Sì, proprio tutti, qualunque sia la propria situazione. Come mamma chiede di volgere lo sguardo al Figlio trafitto dalla lancia dell’umana cattiveria.»
Non è un caso, quindi, che il 30 novembre 2019, Monsignor Oliva, proprio dal Santuario Mariano dello Scoglio, condivida con i fedeli l’apertura diocesana della Visita Pastorale, che, scrive il vescovo nelle lettera di inizio del suo cammino nelle comunità, “richiama l’essenza della vita cristiana, porta conforto ai fratelli e sorelle che vivono in situazioni difficili a causa della malattia e della disabilità, della povertà di beni e soprattutto di amore”. E ancora oltre aggiunge: “Porto dentro di me la comune speranza e il desiderio di un sincero rinnovamento spirituale. Nella consapevolezza delle mie povertà e fragilità, spero di portare una parola di conforto a chi è nella sofferenza e nel dolore o in stato di abbandono”.
La visita pastorale del vescovo, interrotta, a marzo, dal Covid-19, è ripresa in queste ultime settimane. Un cammino costellato di tante emozioni nella riscoperta delle bellezze nascoste e delle tante persone di fede che vivono in Diocesi: “Mi piace immaginare così questa comunità parrocchiale: un seme in primavera, in attesa di germogliare. È primavera quando la comunità cammina, perseverando nella fede in Dio e nei Santi Patroni, quando è impegnata nel ricostruire le sue relazioni sulla giustizia e sulla carità, quando cammina lungo percorsi di legalità, contrapponendosi a ogni logica mafiosa. È primavera quando nella comunità il rispetto dell’altro porta a vincere ogni forma di complicità, di silenzio e paura.”
“Vorrei poter dire a tutti – scrive Monsignor Oliva, – che la Chiesa è proprio questo: una madre che accoglie, un grembo che genera, un riparo nel pericolo, sempre vicina ai fedeli. Non dimenticatelo mai e insegnatelo ai vostri figli.”
Nel corso di questi sei anni la Chiesa di Locri-Gerace si è rinnovata ed ha rinnovato e i fedeli auspicano che il cammino del vescovo prosegua per molto altro tempo ancora lungo le strade della Locride, in cui ogni giorno che passa Monsignor Francesco Oliva getta un seme che attende di germogliare: «Per realizzare un mondo più bello e più giusto».
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