Messaggio alla Comunità cristiana che è in Locri-Gerace
In occasione della IV Giornata Mondiale dei poveri
Carissimi,
la IV edizione della Giornata Mondiale dei poveri, voluta da Papa Francesco a conclusione del Giubileo della Misericordia, c’invita a volgere lo sguardo ai poveri ed a quanti in questo tempo di pandemia risentono maggiormente delle ristrettezze economiche.
Oggi – come scrive il Papa nel suo Messaggio “Tendi la mano al povero” – «la povertà assume sempre volti diversi, che richiedono attenzione ad ogni condizione particolare». Senza discernimento interiore e senza cuore vivremo nell’indifferenza accanto al povero, non sapremo tendere la mano a chi non ha neppure la forza di implorare aiuto. Una cosa è certa: i poveri sono sempre accanto a noi (cfr. Gv 12,8) con la loro dignità, la loro umanità e con le loro nudità. Non sono solo persone che hanno bisogno di noi e ci chiedono aiuto, ma fratelli e sorelle che hanno tanto da dare a noi. In ognuna di queste possiamo incontrare il Signore Gesù, che ha rivelato di essere presente nei suoi fratelli più deboli (cfr. Mt 25,40).
Nel povero incontriamo il Signore: quale dono più grande! Questo tempo di pandemia è da vivere come un tempo di prova, vigilanti, perché i poveri che bussano alle porte delle nostre chiese e del nostro cuore non le trovino chiuse. Non restiamo indifferenti al loro grido di aiuto! Apriamo le nostre mani ed il nostro cuore. Non consideriamo la carità un’attività opzionale, d’impiego del tempo libero. Sentiamola come un’esigenza di umanità!
Non lo chiedo solo agli operatori delle Caritas: lo chiedo a me, a te e a tutti! Tendere la mano richiama alla prossimità, alla solidarietà, all’amore.
Condividiamo la testimonianza di quanti in questo tempo di covid-19 non smettono di tendere la mano. Penso alla mano tesa del medico, dell’infermiera e dell’infermiere, del farmacista e di tutti coloro che sono esposti a tante richieste in rischioso contatto con la gente. Penso alla mano tesa del sacerdote, del volontario e di tutti gli uomini e le donne che lavorano per offrire servizi essenziali e sicurezza… Tutte queste mani rischiano il contagio, ma sono capaci di vivere la paura pur di dare sostegno e consolazione. È il “prezzo alto” della carità che vale!
Non rendiamoci complici di una cultura che crea ed alimenta nuove forme di povertà. «Ci sono mani tese che nell’ombra scambiano dosi di morte per arricchirsi e vivere nel lusso e nella sregolatezza effimera. Ci sono mani tese che sottobanco scambiano favori illegali per un guadagno facile e corrotto. E ci sono anche mani tese che nel perbenismo ipocrita stabiliscono leggi che loro stessi non osservano» (Papa Francesco).
È tempo di responsabilità! Viviamolo come tempo favorevole per sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo, che abbiamo bisogno di chiedere perdono al povero. Già troppo a lungo siamo stati nel degrado morale, prendendoci gioco dell’etica, della bontà, della fede, dell’onestà. Tale distruzione di ogni fondamento della vita sociale – come afferma la Laudato sì – finisce col metterci l’uno contro l’altro per difendere i propri interessi. È tempo favorevole, il nostro, per riscoprire quanto sia importante la semplicità e il tenere gli occhi fissi sull’essenziale, come anche per maturare l’esigenza di una nuova fraternità, capace di aiuto reciproco e di stima vicendevole.
Maria, Madre dei poveri, ci accompagni e ci renda sempre più docili alla Parola del Figlio Suo.
Dato in Locri, dalla Sede Vescovile, addì 13 novembre 2020
✠ Francesco Oliva
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