Conclusione della peregrinatio Mariae La riflessione di S.E. monsignor Francesco Oliva

Santa Messa a conclusione della peregrinatio Mariae
piazza di San Luca – 18 giugno 2023

Il vangelo che ci ha proposto questa XI domenica del tempo ordinario ci ha mostrato Gesù, che, percorrendo città e villaggi della Galilea, insegnava nelle sinagoghe, annunciando il Vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e infermità. Gesù non passava indifferente tra la gente né si voltava dall’altra parte di fronte alle problematiche che incontrava. E neppure aveva parole di sdegno e di rifiuto verso coloro che non lo ascoltavano. Al contrario, racconta l’evangelista Matteo, vedendo le folle, ne sentiva compassione.

In questa piazza con tanta gente e la folla dei devoti della Madonna di Polsi, provenienti da varie parti e soprattutto da Bagnara, mi piace incontrare lo stesso Gesù, che, vedendo tanta folla radunata per questa celebrazione a conclusione della peregrinatio Mariae, ha compassione per tutti.

La statua della Madonna di Polsi, che ci rende presente il volto della B.V. Maria, madre di Gesù, ha percorso tante strade, è entrata in tante chiese, ha attraversato tanti paesi. Ha camminato in mezzo a noi e con noi, ha accolto il grido di aiuto di tanti ammalati e sofferenti nell’anima e bel corpo, gente affetta da gravi malattie, da infermità permanenti, da disabilità, gente condannata e disprezzata, gente senza lavoro e senza affetti, gente amata e odiata, disoccupata o umiliata da un precariato senza fine.

A questa gente Maria ha mostrato il volto di suo Figlio Gesù, che verso tutti provava compassione. Ella è la madre assunta in cielo in anima e corpo, colei che vive nella gloria dei Santi, l’Immacolata concezione, la tutta santa piena di grazia, che mostra la coroncina del rosario come preghiera per condividere con lei i misteri del suo Figlio: misteri della gioia, misteri gloriosi, dolorosi e misteri della luce.

Quella che vediamo qui, rientrata da Bagnara dopo un lungo pellegrinaggio, è un’immagine sacra, scolpita dalle mani dell’uomo, che, per quanto di grande pregio storico e artistico, solo minimamente ne può rappresentare la bellezza. Anche grandi poeti hanno provato a descriverne la bellezza. Più di tutti il sommo Poeta Dante nel XXXIII cantico del Paradiso:

Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’etterno consiglio, tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ‘l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l’amore, per lo cui caldo ne l’etterna pace così è germinato questo fiore”.

Tanta bellezza si riflette nelle innumerevoli statue, icone e raffigurazioni varie. La stessa bellezza artistica che intravediamo nelle statue custodite nel nostro Santuario di Polsi: questa che vediamo qui in legno molto antica e l’altra ancora più solenne in pietra, e quindi non portatile, che è conservata nell’abside del santuario.  Anch’essa di grande pregio artistico e storico. Entrambi sono dono della devozione e fede degli innumerevoli devoti di Maria. Sono raffigurazioni diverse della stessa persona, la Vergine Madre di Gesù. Ella, pur realizzata da mani d’uomo, vive nei cieli, nella gloria del paradiso. Le due immagini che custodisce il nostro santuario sono patrimonio comune della famiglia dei devoti di Maria. Non sono “immagini di campanile” o proprietà privata, sono di tutto il popolo dei fedeli di Maria. Custodite nel santuario di Polsi, dopo essere state esposte in questo luogo sacro e benedette, appartengono alla comunità cristiana, non sono più “proprietà” di chi le ha offerte.

Questa immagine della Madonna, accompagnata in un lungo pellegrinaggio, ha attirato a sè folle di pellegrini nei diversi paesi dove è andata. In ultimo il 31 del mese di maggio è stata a Bagnara Calabro, ove anch’essa è stata incoronata con delle pregiate corone del maestro orafo Michele Affidato. Come lo era stata all’inizio dell’anno mariano da me indetto dopo un lungo periodo di pandemia e l’imperversare della guerra in tante parti del mondo e in ultimo in Ucraina. Un anno per implorare la pace, per ringraziare Maria e chiedere il dono della pace. Di fronte ai tanti problemi che affliggono il nostro tempo non c’era tempo per aspettare determinate scadenze, per invocare Maria e riconoscerla ancora una volta nostra REGINA con il rito dell’incoronazione. Un anno mariano per chiedere pace e salvezza nel mondo intero!

C’è chi sé chiesto perché l’incoronazione della statua della Madonna? Perché rinnovare un gesto così solenne che in passato avveniva a determinate scadenze? La risposta è data dall’urgenza dell’ora presente, che spetta ad ogni vescovo valutare così come aveva fatto il mio predecessore mons. Bregantini, che nel 2006 dopo 25 anni pensò ad un’incoronazione che in passato era avvenuta a distanza di cinquanta anni.

Ciò che per me è importante è chiederci: cosa vuol dire incoronare la statua della Madonna? Mi piace richiamare le parole di padre Stefano De Fiores, illustre teologo mariologo, figlio di questo paese, San Luca (RC):

Lasciare che la Vergine incoronata agisca in te, perché Cristo nasca in te e nel mondo. Rinnovare davanti a Lei i tuoi impegni battesimali: energica rinuncia al male in tutte le sue forme e consacrazione di te stesso a Cristo”.

Per questo l’incoronazione non è un semplice rito o pratica devozionale, ma un gesto spirituale di riconoscimento della regalità di Cristo e di Maria regina della nostra terra.

Tante volte invochiamo Maria come Regina nella bellissima preghiera del Salve regina! Un riconoscimento importante, eppure difficile da associare a Colei, che s’è detta “serva del Signore” (Lc 1,38) ed ha vissuto una vita in silenzio e in umiltà. La chiamiamo Regina, anche se lei ama definirsi serva: è una regina speciale, originale, controcorrente, che non disdegna portare la croce dietro a suo figlio. In Lei incontriamo una Madre, prim’ancora che una Regina: Ella c’insegna che il vero potere è l’umile servizio, quello che spesso non si vede. È quello che più conta, fatto non per apparire o per cercare onori, promozioni, riconoscimenti, avanzamenti di carriera, ma come espressione di carità operosa. Maria c’insegna che servire con amore e per amore è regnare con Cristo. Maria regna dove regna il Figlio. Se regna il Figlio, regna la Madre. Il nostro sogno è un mondo ove Cristo regna.

Non posso che ringraziare tutti coloro che si sono lasciati coinvolgere in questo anno mariano e nel duplice evento dell’incoronazione. Ringrazio i collaboratori delle diverse parrocchie e le confraternite, i parroci, i priori delle diverse confraternite mariane, i fedeli tutti per l’accoglienza riservata alla pregiata insigne immagine di Maria, che in questo anno mariano è stata portata in pellegrinaggio.

Ringrazio tutte le forze dell’ordine, i volontari e quanti hanno badato al servizio sanitario.

Dopo la prima incoronazione del 2 settembre scorso particolarmente partecipata è stata la celebrazione di Bagnara il 31 maggio scorso. Non posso che ringraziare i devoti della cittadina tirrenica, ed in particolare, il priore della confraternita, Nino Romeo, per aver organizzato quel momento di grande intensità spirituale con la partecipazione del metropolita arcivescovo di Reggio Calabria e del vescovo di Oppido – Palmi. Abbiamo vissuto un momento di festa, ma anche di preghiera, un raduno di fedeli convenuti da varie parti, che, come gli apostoli nel cenacolo insieme a Maria hanno vissuto un momento di grande comunione spirituale. Maria è la madre che fa di noi un popolo di discepoli di Gesù. E’ la Madre che ci mostra il suo figlio e a tutti dice: Seguitelo! Fate quanto Egli vi dirà!

Grazie di cuore a voi, carissimi fedeli di San Luca: nel volto della Madonna della Montagna riscoprite la vostra identità mariana, siate custodi di una tradizione di fede che arricchisce tutta l’area aspromontana. Per la vostra fede mariana e la vostra perseveranza meritate un collegamento col Santuario più sicuro e degno. Continuiamo a sognarlo e a pregare. Confidiamo negli uomini di buona volontà e nei tecnici coinvolti nel progetto della nuova strada: urge adoperarsi concretamente, con competenza, professionalità e solerzia senza perdersi nei labirinti della burocrazia. La nuova strada è un sogno ormai possibile! Ci auguriamo tutti di poterla percorrere.

Grazie a tutti voi qui presenti e a quanti dall’inizio dell’anno mariano e nel corso della peregrinatio hanno offerto la propria collaborazione. Grazie a quanti hanno animato le celebrazioni col canto ed il servizio liturgico. Grazie ai portatori che hanno vissuto questo gesto con devozione e spirituale partecipazione. Grazie all’impegno ed al servizio spirituale dei sacerdoti, in particolare del rettore del santuario don Tonino e del parroco di san Luca, don Gianluca e degli altri sacerdoti che si sono adoperati nell’ascolto delle confessioni. Senza la collaborazione dei parroci e dei fedeli delle diverse confraternite, parrocchie e carovane, tutto sarebbe stato difficile.

E’ il vero miracolo della Madonna della montagna, che unisce i devoti al di là di ogni appartenenza locale. La madre ama costruire comunità e non gruppi che si contrappongono anche per futili motivi. E’ la madre di Gesù, il maestro che ha compassione delle folle e prova dolore per il dolore del mondo, che prova compassione e soffre nel vedere le folle smarrite e senza pastore.

«La messe è molta…». Gesù mostra di avere bisogno di tanti collaboratori nella sua opera che svolge predicando, guarendo, risuscitando, sanando, liberando e donando. Egli proclama che «Dio è così, si prende cura e guarisce, è vicino a te, mostra amore verso tutti». Gesù mostra che “Dio salva attraverso persone” (R. Guardini), ha bisogno di ciascuno di noi. Non possiamo tirarci indietro, non lo possiamo lasciare solo nel prendersi cura di un mondo che soffre.

A Te, Maria, nostra madre, ci affidiamo e chiediamo di guidare tutti i tuoi figli verso Cristo e il Padre, anche nella notte oscura e nello smarrimento.
A Te affidiamo la Chiesa, i sacerdoti e i consacrati, le vocazioni sacerdotali e religiose, le famiglie e in particolare i giovani e gli ammalati, i carcerati e i disoccupati.
A Te affidiamo le Autorità e quanti governano la città, coloro che hanno il compito di custodire la sicurezza, quanti perseguono la corruzione e la malavita organizzata.
A Te affidiamo coloro che sono impegnati nel volontariato e nel servizio della carità verso i poveri, gli emarginati, i senzatetto, i migranti.
A Te chiediamo speranza per la nostra terra,  fragile, ma ricca di coraggio e di spirito d’oblazione.
Tutto affidiamo a Te, Madre del nostro cammino. Amen!

♰ Francesco Oliva, Vescovo di Locri-Gerace

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