Con la Pasqua tutto cambia OMELIA PASQUALE - Veglia nella Cattedrale di Locri, 15 aprile 2017

“Con la Pasqua tutto cambia”. Sintetizzerei così il messaggio di questa notte. La liturgia di questo triduo pasquale ci sta facendo gustare la bellezza e la profondità del mistero del Cristo Redentore. Sulla croce, proprio quando si manifestava la gravità della violenza umana, è apparsa la grandezza dell’amore di Dio, un amore che non può morire e che la morte non può distruggere. L’amore è più forte dell’odio e della violenza: “Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo” (CdC 8,7). Così è l’amore di Dio, che, con l’universo, ha creato anche l’uomo e la donna e li ha posti in un giardino fatto per loro. Un amore che non finisce con l’atto di creazione, ma continua nel corso della storia. L’uomo lo va scoprendo con l’occhio della fede, sapendo di non essere solo e abbandonato ad un destino di fallimento e di morte. Dio lo conduce per mano a scoprire il suo amore. Lo fa dai tempi di Noè, liberandolo dalle acque distruttive del diluvio universale. Lo fa con Abramo, cui promette una discendenza numerosa. Lo fa con Mosè, al quale si rivela nel roveto ardente e consegna le Tavole della Legge della vita: i comandamenti. Lo fa con il popolo eletto, liberandolo dalla schiavitù d’Egitto ed accompagnandolo nel deserto. Lo fa, manifestando il culmine della sua vicinanza attraverso il Figlio Gesù che assume la nostra carne e ci manifesta il suo volto umano, obbediente in tutto alla sua volontà. Lo fa rispondendo al suo lamento “Padre, perché mi hai abbandonato”, non lasciandolo nel sepolcro e liberandolo da morte.
E’ la Pasqua del Signore! Cristo è risorto! E’ veramente risorto! E’ l’evento di questa notte: “O notte beata tu sola hai meritato di conoscere il tempo e l’ora in cui Cristo è risorto dai morti” (Preconio Pasquale). E’ l’evento che libera le donne dalla paura di fronte al sepolcro vuoto: “Non abbiate paura! So che cercate Gesù, il Crocifisso. Non è qui. E’ risorto… è risorto dai morti, ed ecco vi precede in Galilea; là lo vedrete”. E’ la celebrazione della vittoria della luce sulle tenebre, della vita sulla morte. La morte è stata vinta, non è più un baluardo insuperabile. Sì, è stata sconfitta una volta per tutte. Non c’è allora da aver paura. Gesù, il Signore, il non violento per eccellenza, ha vinto e con Lui ha vinto la vita. Oggi, in questa notte, e in ogni istante, ci fa guardare in alto, liberandoci dai nostri sepolcri. Dai sepolcri delle nostre menzogne, delle nostre debolezze, dei nostri egoismi, delle nostre chiusure, delle doppie vite. Dal sepolcro del nostro perbenismo e superbia. Dal sepolcro del nostro peccato. La sua luce ci illumina, come luce della verità e della carità. In un mondo troppo in balia degli astuti e degli arroganti, degli egoisti e degli arrivisti, dei traffichini e degli affaristi, ci viene manifestata la potenza dell’amore che può cambiare la faccia della terra.
Affrontiamo la vita con fiducia e sposiamola con tutte le sue fatiche e debolezze. Non c’è ingiustizia che non possa essere superata; non c’è ferita o fragilità che non possono trovare guarigione. La forza del male non potrà farla da padrona. Con la resurrezione di Gesù la nostra vita è libera dalla paura della morte. Ecco la bella notizia che cambia tutto: “Come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova (…) se siamo morti con Cristo crediamo che anche vivremo con Lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di Lui” (Rom 6,3-4). Ciò che questa notte contempliamo nel Risorto, riaccade nella vita di ognuno di noi. È questa la ragione della nostra gioia e della nostra speranza. E’ questo il fondamento della nostra fede. Cosa sarebbe la vita senza la speranza del perdono e della vita eterna che Gesù risorto ci dona? Che sarebbe della nostra fede senza la risurrezione del Signore? Non c’è fede cristiana senza fede nella risurrezione. Non c’è pace senza risurrezione. Non c’è speranza senza risurrezione. A tutti è annunciato: “Non è qui. E’ risorto!” “Non temete, andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: la mi vedranno”. Corriamo anche noi, come le donne, ad annunciarlo ai nostri fratelli! E quando incontriamo la morte nel volto senza vita di un nostro amico o parente o siamo al cimitero presso le tombe di coloro che ci hanno preceduto ricordiamoci di questo annuncio: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?“ (Lc 24,5). Se è risorto vuol dire che è vivo, che è in mezzo a noi, ch’è possibile incontrarlo! “Quante volte noi cerchiamo la vita fra le cose morte, fra le cose che non possono dare vita, fra le cose che oggi sono e domani non saranno più, le cose che passano…» (papa Francesco). Non cadiamo nell’illusione delle cose che passano.
La Pasqua di Gesù ci dice che ci sarà una pasqua anche per noi, che non è possibile accontentarsi di ciò che passa, che esiste una verità che si può conquistare, una giustizia ed un bene comune che si possono affermare, una bellezza da cercare, ed un amore che neppure la morte può mettere in discussione. Ch’è possibile una vita più vera e più umana già qui, sulla terra. Che è possibile risorgere dalla rassegnazione e dallo scoraggiamento, dalla sfiducia e dal pessimismo radicale, dalla paura del domani e dalla preoccupazione per ciò che non abbiamo. Ch’è possibile lasciare dietro le spalle il nostro passato con i suoi errori e le sue cadute, con le sue scelte sbagliate e i fallimenti, con le sue incoerenze ed infedeltà.
Per questo, sul cero che resterà esposto in tutto il periodo pasquale come segno splendente di Cristo risorto, abbiamo inciso il numero dell’anno 2017, per ricordare a tutti: Cristo risorge oggi per me, per te, per ogni uomo… La Pasqua si compie oggi! Alleluia! Alleluia! Santa Pasqua per tutti.

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