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La Pentecoste segna l’avvio della chiamata missionaria della Chiesa.

 

Il Vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva, ha presieduto nella Cattedrale di Locri la Solenne Veglia vocazionale diocesana di Pentecoste, organizzata dal Centro Diocesano Vocazioni.

In tale contesto, il Presule, ha sottolineato che la Pentecoste “segna l’avvio della chiamata missionaria della Chiesa”.

Tante le parrocchie, i sacerdoti e i fedeli laici che hanno partecipato a questo evento ecclesiale.

La Veglia ha avuto come tema centrale la Vocazione: ogni vocazione nasce e viene guidata dal soffio dello Spirito. Presenti anche i ragazzi che hanno partecipato durante questo anno pastorale ai Weeeknd Vocazionali organizzati da don Antonio Peduto, Direttore CDV, insieme alla Commissione Diocesana Vocazioni, i quali, mediante l’arte hanno cercato di spiegare il percorso che li ha condotti sino alla solenne veglia di Pentecoste.

Il risultato di tutto, facendo riferimento al tema nazionale per la Giornata mondiale delle vocazioni, è stato che il meraviglioso poliedro ha tante facce, le nostre: la faccia di ogni fedele che partecipa e vive la chiamata del Signore in qualsiasi stato di vita.

©2023 Pandocheion – Casa che accoglie. Diocesi di Locri-Gerace. Tutti i diritti sono riservati.

da figli AMATI, chiAMATI al dono, progettiAMO un sogno… 3° week end vocazionale

ChiAMATI al dono, progettiAMO un sogno…

3° week end vocazionale

I week end vocazionali organizzati dalla Diocesi di Locri-Gerace giungono al terzo appuntamento. Dal 3 al 5 novembre, i ragazzi e le ragazze partecipanti si ritroveranno presso il Seminario Diocesano “S. Luigi” di Locri, luogo centrale di questa iniziativa che vedrà, come nei primi due week end, la visita di una parrocchia della diocesi.

Sabato 4 e domenica 5 dicembre, infatti, il programma prevede la visita alla parrocchia di Siderno Superiore.

Per le iscrizioni e per qualsiasi altra informazione ci si può rivolgere al vicerettore del Seminario, don Antonio Peduto (antonio_p@live.it), oppure al proprio parroco.

Si ricorda che i Weekend Vocazionali sono rivolti a ragazzi e ragazze di età compresa tra i 14 e i 35 anni e il programma completo prevede otto incontri che termineranno il 5 giugno 2022.

Don Antonio Peduto, che si occupa dell’organizzazione, ribadendo che questi incontri non sono destinati esclusivamente a chi ha “avvertito la chiamata al sacerdozio”, ma sono stati pensati per tutti quei ragazzi e ragazze che vogliono condividere “un percorso di animazione vocazionale per riscoprire la bellezza della vita, dell’incontro e della relazione tra persone e realtà diverse”.

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Immagini del precedente incontro con la visita a  Stilo

 

 

 

 

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da figli AMATI a chiAMATI… progettiAMO un sogno… Dal 12 al 14 novembre: secondo weekend vocazionale.

 

da figli AMATI a chiAMATI… progettiAMO un sogno…

week end vocazionali

Dal 12 al 14 novembre, presso il Seminario Diocesano “S. Luigi” di Locri, si svolgerà il secondo weekend vocazionale, organizzato dalla Diocesi di Locri-Gerace, riservato a ragazzi e ragazze dai 14 ai 35 anni.

L’incontro inizierà venerdì 12 novembre alle 17,00 e terminerà domenica 14 novembre dopo il pranzo.

Sabato 13 e domenica 14 il programma prevede la visita alla parrocchia di Stilo.

Per le iscrizioni e per qualsiasi altra informazione rivolgersi al vicerettore del seminario, don Antonio Peduto (antonio_p@live.it), oppure rivolgersi al proprio parroco.

Immagini del primo weekend vocazionale che si è svolto dal 29 al 31 ottobre 2021

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Nazareth: a casa di Maria Pellegrinaggio in Terra Santa - Il Diario di don Fabrizio Cotardo - 5.

24.02.2019

A casa di Maria

«Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret» (Lc 1,26).

Entrando nella città di Nazareth nel cuore riecheggiava questo versetto, mentre in coro scandivamo le parole dell’Angelus con una necessaria precisazione: “L’Angelo del Signore QUI portò l’annuncio a Maria” e quel “QUI”, più volte ripetuto mi ha ricordato che “QUI” tutto ha avuto inizio.

“QUI” è il luogo pensato da Dio fin dall’eternitá.

“QUI” l’Angelo viene inviato.

“QUI” lo Spirito discende.

“QUI” il Figlio si incarna.

“QUI” la Vergine Maria abita e “QUI” dona la sua disponibilità diventando la “serva del Signore”.

“QUI” inizia la storia della salvezza.

Ed io, oggi, sono “QUI” partecipe di questa grande storia e con animo grato gusto le meraviglie compiute da Dio.

Da lontano brilla la grande lucerna posta sulla cupola della basilica, ricordandomi che Maria è la stella mattutina, la stella che mi conduce al porto sicuro, Gesù.

Ieri sera, senza perdere tempo, come colui che non riesce a trattenere il cuore innamorato della Madre e da Lei si sente attratto, ho voluto prendere parte al Rosario e alla breve processione. Sulle ultime parole della Salva Regine “O Clemente, o Pia, o dolce Vergine…” sono entrato in basilica, sono entrato nella casa della Madre, nella “casa” in cui Gesù ha vissuto con Lei e Giuseppe.

Ma come sempre, il Signore che non delude mai, donando sempre largamente, mi ha voluto concedere un ulteriore regalo: al termine del santo Rosario mi è stato concesso (cosa che per vari motivi non è possibile a tutti) di entrare proprio nella Santa Casa, passando dal retro (il piano alto, adiacente la strada. Dove c’era la cucina, mi è stato detto) e scendendo gli stessi gradini calcati dai piedi santissimi della Santa Famiglia, mi sono ritrovato nel luogo dove è avvenuta l’Annunciazione.

“Verbum caro hic factum est”.

Una semplice scritta con una croce scolpita sul pavimento, ricorda che “QUI” il Verbo si è fatto carne.

Sono stato a casa della Madonna.

Sono stato nella casa di Gesù.

Sono stato nella casa dove tutta la Trinità, attonita, ha atteso quel “fiat”, quella totale disponibilità di Maria.

Non ho chiesto nulla.

Mi sono prostrato e ho baciato il pavimento.

Ho baciato gli stipiti delle porte.

L’emozione mi ha spinto a baciare anche quelle beate mura, tabernacolo vero che hanno contenuto il Dio umanato.

Non ho chiesto nulla.

Ho solo ringraziato, rinnovando il mio “fiat” con maggiore consapevolezza, con una gioia più grande.

La mia profonda commozione ha detto tutto quanto avevo nel cuore ed ho la certezza che Maria, accogliendomi nella Sua casa, non solo mi ha pazientemente ascoltato ma con prontezza materna, mi ha anche esaudito.

Sono “QUI” a casa di Maria di Nazareth.

Sono “QUI” nello stesso “QUI” di Dio.

Con una certezza: andrò via ma il mio cuore, per sempre, ormai è “QUI”.

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Presso il lago di Tiberiade Pellegrinaggio in Terra Santa - Il Diario di don Fabrizio Cotardo - 4.

di don Fabrizio Cotardo

23.02.2019

 

Presso il lago di Tiberiade

«Quel mattino in riva al lago

quante cose ho pensato

ogni cosa non ha senso

non so fare il mio mestiere.

Mi sentivo inutile, ma che ci sto a fare,

sei passato per caso e mi hai detto così: Vieni con me, ti darò da fare…».

Queste sono le parole di un canto vocazionale della mia fanciullezza.

Queste sono le parole di un canto vocazionale che raccontano la chiamata dei primi discepoli (Lc 5,1-11).

Queste sono le parole di un canto vocazionale che mi scuote nell’intimo perché mi aiuta a raccontare la mia vocazione.

Oggi siamo stati sul lago di Tiberiade.

Qui il Signore ha chiamato i primi discepoli.

Qui, Risorto, ha conferito il primato a Pietro.

Qui Gesù ha calmato la tempesta.

Mi sono seduto solo, in disparte, sulla riva del lago e ho pianto (e non mi sono vergognato).

Mi sono seduto sul lago e cantando queste parole mi sono profondamente commosso.

Ho pensato a Gesù che passava su quella riva e chiamava i discepoli che, delusi, raccoglievano le reti.

Ho pensato a Gesù quando è passato sulla “riva” della mia vita e mentre, deluso, raccoglievo le “reti” vuote del mio iperattivismo mi ha chiesto di seguirlo.

Ho pensato a Pietro che non capendo fino in fondo la richiesta di Gesù di ributtare le reti in mare, si fida, butta le reti sulla Sua Parola.

Ho pensato a me che ad un certo punto ho dovuto “ributtare in mare le mie reti”, fidandomi di Lui, non delle mie forze, nemmeno delle mie capacità. Anche quando non capivo.

Ho pensato a Pietro che intuisce che Lui è il Signore, si prostra di fronte a Lui e riconosce la propria indegnità.

Ho pensato a me che ogni giorno riscopro la Sua grandezza che sa trarre cose buone dal mio essere sacerdote nonostante i miei limiti, nonostante la mia umanità, le mie infedeltà.

“QUESTA mattina in riva al lago

quante cose ho pensato …” ogni cosa ha acquistato senso.

Qui ho legato il mio cuore perché racconta la storia della Vocazione, della sequela, anche della mia.

È stato un “ritornare” sul posto dove, per la prima volta, ci si è innamorati. E dopo 13 anni ho scoperto che il mio amore è ancora forte, vibrante, appassionato pronto, ancora, a “gettare le reti sulla Sua Parola”.

Abbiamo visitato Tabgha, il luogo dove Gesù ha moltiplicato i pani e i pesci ed ho chiesto di moltiplicare la fede in ciascuno di noi.

Siamo stati a Cafarnao nella sinagoga dove Gesù ha insegnato, guarito.

Siamo stati a Cafarnao e sulla casa di Pietro abbiamo celebrato l’Eucaristia. In essa ho rinnovato il mio “Sí” per il Signore, per la Chiesa.

Siamo stati sul Monte delle Beatitudini e oggi mi sono sentito beato per il semplice fatto di essere qui e per il grande dono che Dio mi ha concesso: sono Sacerdote e ne sono felice.

Oggi mi sono sentito “beato” perché Lui, il Signore, me lo ha concesso.

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