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“UCRAINA: ASCOLTIAMO IL GRIDO DI PACE” La Diocesi di Locri-Gerace a sostegno della popolazione ucraina

“UCRAINA: ASCOLTIAMO IL GRIDO DI PACE”

La diocesi di Locri-Gerace si mobilita per sostenere la popolazione ucraina colpita dalla guerra e attraverso la Caritas diocesana attiva una serie d’iniziative.

Accogliendo l’appello di Papa Francesco, S.E. monsignor Francesco Oliva, Vescovo di Locri–Gerace, invita tutta la Chiesa diocesana alla preghiera ed al digiuno e chiede la partecipazione alla “Veglia diocesana di preghiera per la pace in Ucraina e nel mondo” che sarà celebrata oggi, Mercoledì delle Ceneri, alle ore 21.00 nella Cattedrale di Locri.

Tale giornata ha valenza spirituale e pastorale. Essa è un richiamo alla pratica delle opere di misericordia spirituali e corporali per salvare il popolo ucraino dalla guerra. La preghiera, con il digiuno e l’elemosina, costituisce uno degli atti essenziali che traducono davanti a Dio l’umiltà, la speranza e l’amore dell’uomo. È, contemporaneamente, un’offerta ed un atto d’amore al Padre. Infatti, per essere efficaci, il digiuno e l’astinenza devono unirsi alla preghiera e alla carità.

La Caritas Diocesana, diretta da don Rigobert Elangui, in tale prospettiva, ricordando le parole di Sant’Agostino di «dare in elemosina quanto riceviamo dal digiuno», seguendo le indicazioni di S.E. il Vescovo e gli orientamenti della Caritas Italiana, in collaborazione con gli Uffici e le realtà diocesane, promuove un calendario di iniziative per fare fronte alla situazione emergenziale che l’Ucraina si è trovata ad affrontare.

In una lettera indirizzata ai parroci, alle Caritas parrocchiali e a tutti gli uffici diocesani, don Rigobert sintetizza queste prime iniziative:

  • Sua Eccellenza il Vescovo, preoccupato della drammatica situazione, chiede ad ogni famiglia, ove possibile, di devolvere a favore del popolo ucraino il frutto delle nostre rinunce cioè l’equivalente di un pasto pari a € 10,00 di un giorno Inoltre, chiede alle parrocchie e raccomanda i parroci a destinare la raccolta della Prima Domenica di Quaresima (6 Marzo) a sostegno delle popolazioni dell’Ucraina (da far pervenire direttamente alla Caritas diocesana). I fondi raccolti saranno inviati interamente a Caritas Italiana che sosterrà la Caritas Ucraina, Polacca, Moldava e Rumena impegnate in prima fila nell’organizzazione dell’accoglienza e degli aiuti emergenziali;
  • organizza con l’ufficio Migrantes Diocesano e i centri di ascolto diocesani e parrocchiali, attività di ascolto ed accoglienza delle istanze provenienti dai fratelli e dalle sorelle ucraini, che vivono nel territorio diocesano dando, per quanto possibile, risposte concrete di vicinanza e prossimità;
  • in collaborazione con la fondazione Santa Marta e la Fondazione Opere di religione, predispone le strutture diocesane per l’accoglienza dei profughi ucraini in caso di necessità e di

PER SOSTENERE GLI INTERVENTI INTESTAZIONE: Diocesi di Locri-Gerace

IBAN: IT15C0538781410000043079234

BANCA: BPER Banca Filiale di Locri

CAUSALE: Emergenza Ucraina

 Per ogni altra informazione si può contattare la Caritas diocesana di Locri – Gerace

Via Cusmano, 79 – 89044 Locri – Tel/Fax 0962/20889

e-mail caritaslocri.gerace@gmail.com pec caritaslocri.gerace@pec.it

 

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La Quaresima non è un tempo vuoto da riempire, ma un cammino di speranza sulle orme del Cristo risorto Messaggio di S.E. Monsignor Francesco Oliva per la Quaresima 2021

Al Popolo di Dio, che è in Locri-Gerace!

Protèsi alla gioia pasquale sulle orme di Cristo Signore! Seguiamo l’austero cammino della santa Quaresima”.

Questo versetto dell’inno della liturgia delle ore del venerdì della I settimana di Quaresima traccia il cammino che saremo chiamati a fare in questo tempo forte dell’anno liturgico. Inizia in un clima di perdurante pandemia, che non sembra volerci liberare da questa pesante situazione di instabilità e fragilità. Viene come opportunità per andare incontro al Signore Risorto, passando attraverso la sua passione e morte.

Con Lui possiamo ritrovare fermenti di vita nuova, al di là di ogni emergenza sanitaria, sociale ed economica.

Con Lui possiamo condividere l’esperienza del deserto, vincere il male che aggredisce la nostra esistenza e partecipare alla luce sfolgorante della gloria pasquale. Ci guida la speranza che in questa drammatica situazione, possiamo ritrovare il senso della nostra vita ed il suo orizzonte ultimo.

Siamo esortati a vivere una vita nuova, sapendo che la Quaresima non è un tempo vuoto da riempire, ma un cammino di speranza sulle orme del Cristo risorto, che si rivela nella storia del chicco di grano, che “se caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24). Il richiamo non è alla morte, ma alla vita che rinasce. La gloria del Signore non è il morire, ma il portare molto frutto.

Tra le tante criticità di questo tempo, la vera sfida è condividere le fragilità di ogni uomo. Nessuno deve sentirsi solo di fronte al disagio psicologico, economico e spirituale che sta vivendo. I malati, i poveri, gli anziani, i disabili, le famiglie ridotte in povertà sono le categorie che più c’interpellano. Ma restiamo ancorati alla nostra fede, non lasciamoci prendere dall’ansia e dallo scoraggiamento. Come scriveva Madelaine Delbrêl: “Niente accade senza che Dio lo permetta e Dio niente permette che non possa tornare a sua gloria”.

La gloria del Signore, che si manifesta nella debolezza e nella fragilità, si rivela come “qualcosa di nuovo” all’orizzonte!

Finché riusciamo a intravedere qualcosa di nuovo oltre la prossima curva, nelle relazioni sentimentali come nella vita, possiamo dire di essere vivi anche in un tempo difficile come quello che stiamo attraversando”.

Lo afferma il cantautore Max Pezzali, che, nel suo album “Qualcosa di nuovo”, lancia un messaggio di speranza, invitando ad intravedere una luce nuova e a non lasciarsi sopraffare dagli eventi. Quando domina l’incertezza e la paura, ci sostiene la consapevolezza che la forza per superare le difficoltà può venire solo dalla speranza, che porta a guardare avanti con fiducia e coraggio. Senza arrendersi. Si aprono nuovi orizzonti di vita, che ci riscattano dalla paura che tutto possa procedere come sempre, senza possibilità di una svolta. E’ richiamo a “qualcosa di nuovo”, che può accadere, ad una novità che ci fa tornare a sperare, che ci riporta ad assaporare la bellezza dell’incontro con Dio. E ci fa sentire il richiamo di Dio: “Ritornate a me con tutto il cuore”(Gl 2, 12). Un appello ad una inversione di rotta, alla conversione del cuore, che ci consente di aprire gli occhi sulle tante emergenze del nostro territorio. E’ un “qualcosa di nuovo” che penetra in tutta la nostra vita, nelle sue relazioni fondamentali con Dio e con gli altri, ma anche con l’ambiente. “Un qualcosa di nuovo” che ci dona la speranza che anche il cuore più indurito possa rinnovarsi e cambiare, che c’è un antidoto a quel invisibile virus che spaventa. C’è un vaccino disponibile per tutti. Senza discriminazione alcuna, proprio perché viviamo ed esistiamo in un mondo in cui tutti siamo necessari, creati ed amati da Dio. Lo è il medico, l’infermiere, l’operatore sanitario, l’anziano, il prete, i religiosi e le religiose, le forze dell’ordine, come tutti coloro che con professionalità, senso di responsabilità e amore per il prossimo aiutano, curano e servono.

Ben venga ogni vaccino che immunizza e aiuta a vivere questa Quaresima come tempo di liberazione dal male che ci portiamo dentro. Dal male dell’indifferenza e della noncuranza, anzitutto:

Succede che, quando noi stiamo bene e ci sentiamo comodi, certamente ci dimentichiamo degli altri (cosa che Dio Padre non fa mai), non ci interessano i loro problemi, le loro sofferenze e le ingiustizie che subiscono… allora il nostro cuore cade nell’indifferenza: mentre io sto relativamente bene e comodo, mi dimentico di quelli che non stanno bene… L’indifferenza verso il prossimo e verso Dio è una reale tentazione anche per noi cristiani” (Messaggio di papa Francesco per la Quaresima 2021).

L’indifferenza è un grave virus, che, chiudendoci in noi stessi, non ci fa vedere chi ci sta accanto, ci fa dimenticare che siamo sulla stessa barca, “fratelli tutti”, che “nessuno si salva da solo e, se tu non ti avvicini per fare in  modo che tutti siano salvati, neppure tu ti salvi” (Papa Francesco).

Se vogliamo costruire una vera umanità non basta il vaccino o i vaccini che immunizzano dal covid-19. C’è bisogno di quell’umanità, che ravviva la convinzione che abitiamo un mondo senza frontiere, ove la fratellanza è esigenza ineludibile. Questo mondo, che è il nostro mondo, invoca un vaccino speciale, quello della carità, che viene da Dio, e ci stimola a prenderci cura gli uni degli altri, soprattutto di quanti la società considera come un peso.

Viviamo la Quaresima come riscatto da ogni forma d’indifferenza, come tempo di conversione dell’io al noi. E’ bello sentirci Chiesa, che insieme cerca le risposte alle domande sollevate da questo tempo di pandemia. Una Chiesa che si fa compagna di strada di coloro che incontra, di quanti s’interrogano sul senso della vita e della morte, che sente propri i problemi, le gioie e speranze dell’uomo di oggi. Facciamo nostra la vocazione dell’essere servi di questa umanità non a parole, ma nella concretezza della vita. Le nostre comunità siano accompagnate in umiltà con la testimonianza di un Vangelo vissuto a superare la tentazione del primeggiare e del contrapporsi, a condividere le belle iniziative di carità, che ci sono nelle nostre comunità. E sono tante. E’ bello comunicarci e scambiarci ogni “segno di speranza”, ogni “buona pratica”, fatta di solidarietà, di amicizia sociale, di vicinanza nei confronti degli anziani, dei malati o delle persone sole, delle famiglie in difficoltà. Scopriremo ‘frammenti di Vangelo’, che ci libereranno dal male oscuro dell’indifferenza e della noncuranza, che inquina le nostre relazioni con Dio, con il prossimo e col creato.

Sia la Quaresima una palestra che ci aiuti a superare l’indifferenza verso Dio, che rischia di essere estromesso dagli interessi della nostra società. Molta gente non cerca più il Signore. Sempre meno persone si dichiarano credenti e appartenenti alla Chiesa, la frequenza alla pratica religiosa si è ridotta. Le statistiche parlano con sempre maggiore insistenza dell’emergere delle prime generazioni senza Dio, di una società ove la fede è sempre meno rilevante nella vita della gente. Ecco allora l’urgenza di ridare più spazio a Dio, per riscoprirlo nella quotidianità della nostra casa, per superare il pregiudizio che l’esperienza di Dio si possa circoscrivere nel tempio o nel luogo sacro. Sarà tempo per gustare la bellezza della preghiera, non ridotta ad una semplice ripetizione mnemonica di sillabe o di riti e cerimonia senza cuore, anche quando sul piano formale c’è poco da osservare. L’iniziativa delle 24 ore per il Signore, che desidero sia celebrata in tutte le parrocchie nei giorni 13 e 14 marzo, sarà un momento di unità diocesana e di preghiera per i sacerdoti, particolarmente per quelli che sono in difficoltà, e per tutta la nostra chiesa. Con l’aggiunta di una speciale intenzione di preghiera per il nostro seminario e per le vocazioni sacerdotali e religiose.

            Tra gli impegni di vita spirituale diamo priorità al Sacramento della Penitenza, che in questo periodo di coronavirus è stato un po’ trascurato, forse anche per le difficoltà restrittive impartite. I sacerdoti saranno sempre a disposizione, promuovendo anche celebrazioni comunitarie in piccoli gruppi. La Via Crucis ci aiuterà a rivivere il mistero della croce di Cristo ed il cammino, che, attraverso la sofferenza, porta alla salvezza.

Tutto il cammino quaresimale sia vissuto con sentimenti di vicinanza e di solidarietà verso il prossimo, sapendo vincere ogni forma di autoreferenzialità e avendo rispetto verso quanto ci sta attorno, in modo da vincere l’indifferenza colpevole verso l’ambiente e la casa comune.

Più volte è stato detto e scritto che la Locride è una terra meravigliosa, un vero giardino. E lo è. Dio l’ha dotata di un bel mare, di un microclima straordinario, di colline ridenti e soleggiate, di piccoli caratteristici borghi con una loro storia e cultura e soprattutto con tante tradizioni popolari che delineano con originalità la sua identità. Eppure la mano dell’uomo non è sempre rispettosa dell’ambiente e della casa comune, ne deturpa la bellezza. Si registrano cumuli di rifiuti domestici e commerciali, elettronici o industriali, detriti di demolizioni, lungo le strade, nei pressi delle fiumare, lungo le coste, nelle aree montane. Comportamenti riprovevoli ed incivili, che deturpano quel giardino nel quale Dio ha voluto stabilire la nostra abitazione. Non basta mettere in atto la raccolta differenziata dei rifiuti, se manca il senso civico ed il rispetto per l’ambiente, tipico della “cultura dello scarto”. Ogni comunità deve sentir propria la responsabilità di raccogliere i rifiuti che produce e fare in modo che l’ambiente sia pulito ed abitabile. Senza la partecipazione attiva e la collaborazione dei cittadini, e soprattutto senza vero amore per la natura che ci accoglie, non basta il lavoro di raccolta e smaltimento degli operatori ecologici, che faticano tanto e spesso sono in molti a lamentare di non essere ben retribuiti o di ricevere la paga mensile con molto ritardo. Cosa che crea disagio alla già debole economia familiare.

Vorrei rivolgere a tutto il popolo di Dio l’invito a vivere la Quaresima come tempo di conversione ecologica. Una “conversione ecologica” che esige una presa di coscienza della necessità di cambiare gli stili di vita, di vivere nella sobrietà e di riappropriarsi dell’essenziale della vita, senza perdersi nel superfluo o in un consumismo ossessivo, di fermarsi a gustare ed apprezzare la bellezza che ci circonda. Il Vangelo c’insegna che il bene e l’amore avranno sempre il primato sul male. E quando tutto sembra perduto, ci accorgiamo che tutto è connesso e che siamo chiamati a vivere in una relazione fraterna che ci rende comunità solidale. Questa conversione ci fa riscoprire la nostra comune vocazione di custodi del Creato. Una riscoperta che “è parte essenziale di un’esistenza virtuosa” e che “non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana” (Laudato sì, 217).

Buona Quaresima a tutti! Sia un bel cammino di rinnovamento interiore e di riconciliazione con Dio, con il prossimo e l’intero creato!

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Un ecografo per l’Ospedale di Locri Dono del Vescovo e dei Sacerdoti

 

 

I sacerdoti della Diocesi di Locri-Gerace fanno dono di un ecografo al Presidio Ospedaliero di Locri. L’emergenza causata dalla diffusione del coronavirus ha fatto scattare in ogni dove la gara della solidarietà; la Chiesa è stata presente dall’inizio con la preghiera e con aiuti economici a favore delle strutture sanitarie e, attraverso la Caritas, per il sostegno alle fasce più deboli.

Nella Chiesa di Locri-Gerace, il Vescovo monsignor Francesco Oliva, i sacerdoti, i religiosi, le religiose e tutti gli operatori pastorali delle singole parrocchie si stanno prodigando, nonostante le oggettive difficoltà, per andare incontro a chi soffre più degli altri gli effetti di questa emergenza.

Sin dal primo momento, monsignor Oliva ha rivolto il suo pensiero al mondo della sanità, su cui pesano le responsabilità della cura e dell’assistenza sanitaria, mettendo a disposizione un immobile di proprietà della Diocesi, da utilizzare per l’incremento dei posti letto sanitari o per altre esigenze legate all’emergenza.

Risaputa la mancanza di tanti strumenti ospedalieri, il Vescovo ha pensato di donare per il Reparto di Terapia Intensiva un ecografo, per l’acquisto del quale ha chiesto aiuto a tutti i sacerdoti della Diocesi che hanno aderito all’iniziativa. L’ecografo, segno concreto di vicinanza, sarà consegnato nei prossimi giorni.

Per la scelta di questo importante strumento, il vescovo ha consultato esperti in materia sanitaria; questa, in sintesi, è una illustrazione dell’ecografo e delle sue funzionali.

L’utilizzo della ecografia in Terapia Intensiva è divenuta ormai una pratica comune e insostituibile, considerata dal mondo scientifico indispensabile per la cura dei pazienti.

L’ecografo per gli “intensivisti” è come il fonendoscopio del passato, si tratta infatti di uno strumento fondamentale sia per la diagnosi a letto del paziente che per seguire l’andamento terapeutico durante tutto il periodo di permanenza in Terapia Intensiva, riducendo la necessità di altri esami radiologici come l’Rx del torace o l’esame Tac.

L’ecografo donato alla Terapia Intensiva del nostro ospedale è di ultima generazione con software dedicato per le procedure di anestesia e rianimazione, di minimo ingombro e facile da trasportare anche in urgenza, con applicazione di sistema per ecografia polmonare, addominale, accessi vascolari, ecocardiografia, color doppler, anestesia e urgenza.

Progettato per soddisfare tutte le applicazioni “point of care”, ossia gli esami diagnostici da effettuare nel modo più comodo e immediato per i pazienti, preferibilmente laddove si trovano. E’ dotato di monitor  LED da 10,1 pollici con retroilluminazione e ottima qualità di immagine, comandi touch-screen molto intuitivi per facilitare le operazioni anche in condizioni critiche, utilizzabile anche con guanti, ideale per la Terapia Intensiva,  la Sala Operatoria  e in Urgenza, inoltre, incorpora la funzione Needle Mate, che serve a osservare nitidamente posizione e movimento degli aghi e degli utensili che si usano durante le operazioni chirurgiche e la funzione Auto IMTm che serve a misurare automaticamente e in tempo reale lo spessore dell’arteria carotide

In questo particolare momento di emergenza epidemica, è lo strumento fondamentale per la diagnosi della polmonite interstiziale da coronavirus.

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ITALIA IN PREGHIERA – mercoledì 8 Aprile

Avvenire, Tv2000, InBluradio, Sir e Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici e Corallo, d’intesa con la Segreteria generale della CEI, invitano i fedeli, le famiglie e le comunità religiose a ritrovarsi mercoledì santo, alle 21, per recitare insieme il Rosario che verrà trasmesso da TV2000 (canale 28) e InBluradio oltre che in diretta Facebook.

Si andrà in onda dal Santuario della Santa Casa di Loreto. A guidare la preghiera sarà l’arcivescovo prelato e delegato pontificio mons. Fabio Dal Cin.

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Insieme verso la Pasqua MESSAGGIO ALLA DIOCESI PER LA QUARESIMA DEL 2020

MESSAGGIO ALLA DIOCESI PER LA QUARESIMA DEL 2020

Insieme verso la Pasqua

 

 

Insieme verso la Pasqua: è il cammino che si apre davanti a noi con la celebrazione delle ceneri. Un  “momento favorevole” ed un “tempo salvifico” (Cfr. 2Cor 6,1-2), un’opportunità di crescita nella conoscenza del mistero di Cristo per noi, oggi chiamati ad annunciare il Vangelo in un mondo che vede la fede sempre più irrilevante per la vita. È tempo di riscoprire la bellezza della vita aperta al dono di Dio e al suo amore, all’ascolto dei fratelli, in un costante impegno per un mondo di relazioni sempre più improntate all’accoglienza.

Nessun riferimento ad una vita autoreferenziale e chiusa, quanto generosa disponibilità ad una relazionalità aperta al dono di sé. Cosa affatto scontata in questo tempo, in cui la fede – come afferma papa Francesco – non rappresenta più “un presupposto ovvio del vivere comune, anzi viene perfino negata, derisa, emarginata e ridicolizzata”. Questo, anche nella nostra Locride: quando la fede è ridotta a semplici riti e tradizioni senza anima, quando è scelta di comodo più che forza di amore che ti cambia dentro e rende più umane le tue relazioni, quando nulla cambia nella vita di chi dice di aver incontrato il Signore, quando emerge forte la difficoltà nel partecipare attivamente alla vita della chiesa e ci si limita ad una religiosità superficiale e senza volto.

È tempo di risvegliare la consapevolezza di una fede più matura, tempo di intraprendere percorsi nuovi di formazione. È da dopo iniziato il cammino di catechesi degli adulti a livello vicariale e gli incontri biblici nelle parrocchie. La sensazione è che molti avvertano il bisogno di una più matura formazione. Anche se si avverte una certa lentezza e senso di stanchezza in qualche parrocchia che ritiene di camminare da sola. Ridestiamo il bisogno di scoprire sempre più la bellezza del nostro essere cristiani. Molto dipende dagli stessi sacerdoti e dalla disponibilità ad inserirsi nella proposta diocesana. Il nostro cammino sa che la conoscenza di Gesù va oltre la semplice erudizione dottrinale: conoscere Gesù è stabilire prima di tutto un rapporto di amicizia con Lui.

Il tempo quaresimale è un tempo utile per essere discepoli missionari, che, attraverso la Parola proclamata e ascoltata nelle domeniche, scopre l’identità di Cristo e, insieme, scopre sé stesso e a cosa è chiamato. Quanto sarebbe bello lasciarsi provocare dalla domanda che ci suggerisce papa Francesco nella Christus vivit: «Tante volte, nella vita, perdiamo tempo a domandarci: “Ma chi sono io?”. Tu puoi domandarti chi sei tu e fare tutta una vita cercando chi sei tu. Ma domandati: “per Chi sono io?”». Teniamo desta questa domanda durante questo tempo liturgico, che ci conduce alla gioia della Pasqua.

Non interromperò in questo tempo quaresimale la mia visita pastorale al mondo della sofferenza e delle povertà, in modo da calarmi ancora più profondamente nella realtà umana, veramente umana delle nostre comunità. Lo farò per continuare ad assicurare la preghiera di tanti fratelli e sorelle che nel letto della sofferenza o con gravi forme di disabilità, rendono testimonianza di fedeltà a Gesù. Essi sono quello che noi non siamo e ci mostrano attraverso il loro volto sofferente e sereno il mistero di una umanità tutta da scoprire.

Sia questo cammino quaresimale un tempo di ascolto della Parola di Dio contenuta nelle Scritture, da far risuonare nell’intimo del nostro cuore e nell’assemblea dei fratelli e delle sorelle. E soprattutto impegniamoci nel tradurre nel quotidiano la fede pasquale celebrata nell’Eucaristia domenicale, avviando con il digiuno e la preghiera il rinnovamento spirituale del nostro “uomo interiore” (Ef 3,16). Riconoscendo in chi è nel bisogno ed in chi soffre il “sacramento” del Cristo che ci si rivela in modo diretto: “Ero povero, malato, affamato, carcerato, nudo, forestiero, … e tu mi hai curato e accolto” (Cfr. Mt 25,31-48). Senza dimenticare che la carità parte dal cuore. Affermava don Primo Mazzolari: «Chi ha poca carità vede pochi poveri; chi ha molta carità vede molti poveri; chi non ha nessuna carità non vede nessuno. […] Chi conosce il povero, conosce il fratello: chi vede il fratello vede Cristo, chi vede Cristo vede la vita e la sua vera poesia, perché la carità è la poesia del cielo portata sulla terra. Cristo che si fa “vedere” nel povero, che fa splendere quello che gli uomini non vogliono vedere, è anche il più grande dei poeti» (La via crucis del povero).

Ci accompagni Maria, Madre di Gesù e vera Madre nostra, che segue il Figlio fin sul Calvario e sta ai piedi della croce, esempio dell’umanità nuova.

Buona Quaresima a tutti! Nell’attesa di incontrarci anche quest’anno nella Messa Crismale il mercoledì santo nella Basilica Concattedrale di Gerace. Sarà una celebrazione che ci vedrà riuniti come comunità diocesana nel ringraziare il Signore per il dono del sacerdozio e della consacrazione. Mi attendo la partecipazione dei fedeli delle singole parrocchie e delle realtà ecclesiali, come segno di comunione e di unità del popolo sacerdotale, profetico e regale.

 

Locri, dalla Sede Vescovile, 22 febbraio 2020

Cattedra di San Pietro, Apostolo

✠ Francesco Oliva

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