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“Oggi il mondo ha bisogno di quel Bambino che è speranza per tutti” NOTTE DI NATALE (Cattedrale di Locri, 24 dic 2023) - Omelia di S.E. monsignor Francesco Oliva

NOTTE DI NATALE
(Cattedrale di Locri, 24 dic 2023)

È NATALE! UN BIMBO È NATO PER NOI!

È questo il bell’annuncio degli angeli in questa notte santa.
La nascita di un bimbo avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia non è una fiaba – vuole dirci san Luca nel vangelo appena proclamato – ma un evento storico. Un evento che non può restare relegato nel passato. Il motivo è semplice: quel bambino è nato per noi, per me, per te, per tutti. Posso dire con certezza: quel bimbo mi appartiene, non posso vivere senza di Lui, mi porta gioia, pace, vita, apre la strada al futuro, ad una umanità nuova. È un gran bell’annuncio che riempie di gioia il cuore di chi inquieto cerca pace e felicità:
«Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2, 13).
Il Natale invita alla gioia: “Rallegriamoci tutti nel Signore, perché è nato nel mondo il Salvatore. Oggi la vera pace è scesa a noi dal cielo” (antifona d’ingresso).
È la gioia di chi sa che è venuto il Salvatore, l’Emanuele, il Dio con noi, è la gioia di chi sa di non dover vivere da solo la propria vita.
Gioisce chi avverte il bisogno di salvezza, di vivere, di amare, di essere felice. Chi odia il male, la violenza, l’odio, la guerra.
Gioisce chi cerca il Signore! Nei momenti tristi della vita, quando avverte il fallimento ed il peccato, quando si sente solo, abbandonato, non compreso o maltrattato.
Ci sono tante ombre e oscurità nel nostro mondo: guerre, disuguaglianze, violenze, tante povertà, un consumismo esasperato che toglie risorse a chi ne ha poche. La luce del Natale invita alla speranza, alla solidarietà, ci ricorda che è possibile un mondo più fraterno e umano. Il Natale è una meravigliosa sorpresa che viene dall’alto, dal Dio creatore e Padre, che ci dice: un mondo nuovo è possibile.
Il bimbo che nasce è “Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine” (Is 9, 5).
Consigliere mirabile: è una luce che illumina la mente ed il cuore, che invita ad andare incontro agli altri, a cercare la pace, il dialogo, l’ascolto, la relazione fraterna.
Un Dio potente, che si manifesta nella piccolezza, nella povertà di una mangiatoia, nel rifiuto generale: “non c’era posto per loro nell’alloggio”. Un Dio che si fa povero per essere vicino a tutti. Solo gente semplice come i Pastori può accoglierlo. Non si vive il natale nel consumismo esasperato. Non è Natale ove non si condivide la gioia, la fraternità, la famiglia! Ove prevale l’egoismo e le ingiustizie, ove il povero è dimenticato, ove la ricchezza è mal distribuita, ove l’umanità è umiliata e l’uomo è calpestato nella sua dignità. In quel bimbo Dio è l’Emmanuel, un Dio che cammina al nostro fianco, che si mescola con la nostra quotidianità, che entra nelle nostre case, che sta accanto a chi soffre.
“Padre per sempre”. Quel bimbo mostra il volto della madre che lo ha tra le braccia, del padre che gli sta vicino. Dio è padre e quel bimbo è il figlio, che mostra a tutti che lo siamo anche noi. Abbiamo bisogno del suo amore e della sua vicinanza. Nulla e nessuno potrà separarci dal suo amore. È il Padre misericordioso che ogni mattina e ogni sera aspetta che suo figlio torni a casa, e appena lo vede gli va incontro e lo abbraccia. Il Padre che col suo abbraccio è buona notizia per coloro che sbagliano, per i peccatori, è sollievo per gli afflitti, libertà per gli oppressi, consolazione per i tristi.
“Principe della pace”. Un Dio mite e non violento, che odia le armi e cerca la pace. Non è natale per chi odia, per chi usa violenza, per chi cerca di farsi ragione con l’arroganza e la prepotenza, per chi vive nel compromesso. È in questo contesto che parliamo di Natale e di pace. Sappiamo bene come osservava il poeta Quasimodo, in una sua poesia dedicata al presepe, che “non c’è pace nel cuore dell’uomo”. Proprio perché non c’è pace nel cuore dell’uomo, quel bimbo viene per tutti. Tutti hanno bisogno di lui: palestinesi, israeliani, ucraini, russi. Tutti i popoli hanno bisogno di quel bimbo che porta la pace. Non è natale per chi toglie la gioia dal volto dei bimbi che muoiono e soffrono in guerra! Natale è andare incontro al fratello, per condividere la buona notizia che Dio è Padre, che cammina al nostro fianco, ci libera dall’anonimato, da una vita vuota, dalla guerra della competizione, che condivide con noi il cammino della pace.
Oggi il mondo ha bisogno del Natale. Ha bisogno di quel bimbo, che, come ogni bimbo che nasce, è speranza per tutti, per la nostra terra e per il mondo intero.
In quel bimbo che nasce (è nato e continua a nascere!) “è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà” (Tt 2,11-14).
Ecco la grande sorpresa del Natale: Quel Bambino è Figlio di Dio, speranza nuova dell’umanità. È il Dio che “ha dato se stesso, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone”.
In Lui il Dio del tempo e dell’Eternità si lascia vedere, toccare, incontrare, adorare! È il mistero d’amore che contempliamo nella grotta di Betlemme, nei nostri presepi.
Anche noi ci chiediamo come fa Origene: “A che mi servirebbe confessare Cristo che viene nella carne se non viene nella mia carne?”. Il Natale è per chi accoglie quel Bimbo come suo salvatore. Entriamo nel mistero della sua vita. Accogliamolo nella sua umiltà, povertà e mitezza: egli è nostra pace, nostra via, verità e vita.
Buon Natale a tutti! E non dimentichiamo che Gesù continua a percorrere le nostre strade, mescolandosi tra la nostra gente, si fa presente nelle periferie e nelle campagne più sperdute del nostro territorio diocesano, tra i più poveri e gli immigrati, tra quanti sono in cerca di futuro. Ci riempie di speranza, una speranza che ci libera dalla tentazione di isolarci. È la speranza che ci fa incontrare il Dio che cammina tra noi, che ci chiede di aprire gli occhi sul mondo che ci sta attorno e di accogliere il suo amore.
BUON NATALE A TUTTI ED IN PARTICOLARE A CHI SOFFRE ED HA PERSO OGNI SPERANZA!

©2023 Pandocheion – Casa che accoglie. Diocesi di Locri-Gerace. Tutti i diritti sono riservati.

La Fisc: una voce a servizio del Paese XX Assemblea Ordinaria elettiva della Federazione dei Settimanali Cattolici

Sono due i consiglieri calabresi eletti nel Consiglio Nazionale della Federazione Settimanali Cattolici (FISC), appartenenti alla delegazione calabrese presieduta da don Enzo Gabrieli, direttore del settimanale “Parola di Vita” dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano.

Si tratta di don Davide Imeneo, direttore della testata di Reggio “L’Avvenire di Calabria” e consigliere nazionale uscente e di Saveria Maria Gigliotti, direttore di “Lamezia Nuova” della Diocesi di Lamezia Terme, entrambi eletti nella circoscrizione sud, che rappresenteranno la delegazione Calabria-Basilicata insieme al delegato don Enzo Gabrieli, direttore di Parola di Vita.

In Consiglio, tra l’altro, vi è anche un altro calabrese. Si tratta di Raffaele Iaria, delegato per le testate estere.

L’elezione è giunta al termine della XX Assemblea nazionale ordinaria elettiva svoltasi a Roma dedicata al tema “La Fisc: una voce a servizio del Paese. Informazione, cultura e sinodalità”. Ad apertura dei lavori è intervenuto monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana che nel corso del suo intervento ha sottolineato che “è urgente rinnovare quel patto col territorio che dà ragione alla vostra presenza. Se un settimanale diocesano perde il rapporto con il contesto di riferimento smarrisce completamente la sua essenza. La radicalità, nel senso pieno del termine, cioè l’andare fino alle radici, sta proprio nel rapporto viscerale con le Chiese locali, con i paesi, con le persone. Senza questa bussola preziosa si perde l’orientamento. Scriviamolo un nuovo patto che metta al centro la difesa delle donne contro ogni forma di violenza, il dare voce a chi non ha voce, narrare la creatività della carità e le storie che testimoniano la sua irriducibile forza, il linguaggio come forma di incontro, la ricchezza spirituale che è sempre un guadagno, e tanto altro ancora… Un nuovo patto che non faccia a meno della transizione digitale e che, per questo, favorisca il dialogo generazionale. Certamente le testate Fisc hanno una diffusione capillare in forma cartacea e il digitale può sembrare ancora oggi una sfida. Ma proprio per questo è una grande opportunità: lo scambio tra generazioni può favorire la trasmissione attraverso canali differenti. Non abbiate paura di questo!”.

Il delegato regionale, don Enzo Gabrieli, ha evidenziato che “il settimanale diocesano non è solo uno strumento di comunicazione o un giornale cartaceo ma sempre di più deve caratterizzarsi come un progetto pastorale, un ambito ecclesiale nel quale annunciare Cristo in una visione che metta in sinergia tutti gli ambiti della comunicazione”. Per don Enzo, infatti, si passa “da un giornale cartaceo ad un progetto pastorale che chiamiamo settimanale diocesano e che mette insieme in maniera sinergica, sito, radio, televisioni, cartaceo, social e tutte le forme di comunicazione per far sì che possano svolgere un’azione pastorale e fare da filo d’oro tra tutti gli ambiti della pastorale per comunicare quel senso di Chiesa in uscita che sa leggere la storia dell’uomo e sa dire una parola alla luce del cammino di fede e dell’ascolto della Parola di Dio. Lavorare in questo modo sia nelle Diocesi che in delegazione regionale è un vero e proprio cammino di tipo sinodale”.

All’assemblea sono stati presenti i direttori delle 7 testate della Calabria aderenti alla Fisc, che vengono pubblicate nelle diocesi di : Catanzaro-Squillace, Cosenza-Bisignano, Reggio Calabria-Bova, Cassano all’Jonio, Lamezia Terme, Locri-Gerace e Rossano-Cariati.

©2023 Pandocheion – Casa che accoglie. Diocesi di Locri-Gerace. Tutti i diritti sono riservati.

“Cuori ardenti, piedi in cammino” 97a Giornata Missionaria Mondiale

ph tratta da:
www.chiesacattolica.it/domenica-22-ottobre-la-giornata-missionaria-mondiale/

Ai Rev.mi Parroci,

Alle Comunità parrocchiali,

ai Movimenti ed Associazioni

ai Fedeli tutti

 

Come di comune conoscenza, ogni anno, la penultima domenica di ottobre,

quest’anno domenica 22, la Chiesa celebra la Giornata Missionaria Mondiale. Le nostre

chiese hanno sempre espresso tanta generosità nell’offrire il proprio contributo per le

missioni. Sin da ora vorrei esprimere il mio ringraziamento per la generosità e la

sensibilità manifestata. La colletta come ogni anno sarà inviata a Roma e andrà a beneficio

delle 1.100 diocesi più povere.

Quest’anno Papa Francesco, nel suo Messaggio per la Giornata Missionaria

Mondiale, mette al centro i discepoli di Emmaus e ci invita a riflettere sul Vangelo di Luca.

I due discepoli incontrano Gesù e improvvisamente tutto è diverso.

La missione della Chiesa invita tutti noi ad unirci a Gesù e a dare il nostro

contributo. Non dimentichiamo che siamo tutti partecipi nella missione. Tutti missionari

nella misura in cui siamo pronti a metterci in cammino mossi unicamente dalla “gioia del

Vangelo”.

«Tutti hanno il diritto di ricevere il Vangelo. I cristiani hanno il dovere di

annunciarlo senza escludere nessuno, non come chi impone un nuovo obbligo, bensì come

chi condivide una gioia, segnala un orizzonte bello, offre un banchetto desiderabile. La

Chiesa non cresce per proselitismo ma «per attrazione».

Queste parole di Papa Francesco nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium (n.

14) ci ricordano che la missione è affare di tutti, non di pochi “specialisti” o di organismi

specializzati. In virtù del suo battesimo, ogni credente è chiamato a essere un discepolo

missionario.

La Giornata missionaria mondiale, è un’occasione per ciascuno di noi di prendere

coscienza di questo dovere missionario. Attraverso la preghiera e un gesto di solidarietà

materiale, ognuno di noi può diventare attore di questo movimento missionario che crea

legami con altri credenti, qui e altrove, e manifesta così l’universalità della Chiesa. Siamo

anche uniti nella preghiera con Papa Francesco, e lasciamoci coinvolgere nel cammino dei

discepoli di Emmaus (cfr Lc 24, 13-35), che il Santo Padre ha scelto come testo biblico. Da

esso l’Ottobre missionario trae il proprio slogan “Cuori ardenti, piedi in cammino”.

La colletta della Giornata Missionaria Mondiale del 22 ottobre è devoluta alle

Missioni e v’invito a corrispondere generosamente ed a versare l’importo raccolto

all’Ufficio Missionario diocesano (il direttore don Giuseppe Alfano ha provveduto a

distribuire tutti i sussidi per la giornata).

Il Signore benedica il nostro cammino e ci dia la gioia di essere discepoli missionari.

✠  Francesco OLIVA

©2023 Pandocheion – Casa che accoglie. Diocesi di Locri-Gerace. Tutti i diritti sono riservati.

Creare casa Ripartono i Weekend vocazionali residenziali

Carissimi fratelli e sorelle,

riprendiamo per il quarto anno consecutivo l’esperienza dei Weekend vocazionali residenziali presso il nostro Seminario diocesano in Locri. La tematica che accompagnerà questo nuovo anno trae spunto dallo slogan scelto per la 61a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni: “Creare casa” (ChV, n. 217).

I Weekend intendono promuovere: 1. La comunione vocazionale, dove le diversità dei doni e dei ministeri della Chiesa permettono di sperimentare la gioia di lavorare insieme; 2. L’ascolto e il servizio, strumenti indispensabili per affrontare il tema vocazionale nella pastorale delle diverse comunità che di anno in anno visitiamo; 3. La creazione di una “casa comune”. A tal proposito, Papa Francesco, nella Christus Vivit, ai nn. 216-217, afferma che fare “casa” «è imparare a sentirsi uniti agli altri al di là di vincoli utilitaristici e funzionali, uniti in modo da sentire la vita un po’ più umana. Creare casa è permettere che la profezia prenda corpo e renda le nostre ore e i nostri gironi meno inospitali, meno indifferenti e anonimi. È creare legami che si costruiscono con gesti semplici, quotidiani e che tutti possiamo compiere […]. Così si attua il miracolo di sperimentare che qui si nasce di nuovo […] perché sentiamo efficace la carezza di Dio che ci rende possibile sognare il mondo più umano e, perciò, più divino».

Pertanto, ci auguriamo che questa iniziativa possa essere accolta da tutti e che tanti ragazze e ragazzi possano parteciparVi in modo da creare insieme casa; in modo da comprendere come dietro ogni chiamata vi è una “casa” da costruire, da ristrutturare, da custodire.

Cogliamo l’occasione di questa lettera per ringraziare quanti in questi anni ci hanno accolto nelle loro case e nelle loro Parrocchie e quanti, invece, ci accoglieranno quest’anno; inoltre, vogliamo sin da subito comunicare che i Weekend vocazionali avranno inizio giorno 27 ottobre e termineranno il 18 maggio con la Veglia Diocesana di Pentecoste, Giornata pro-Seminario, presieduta dal nostro Vescovo che ringraziamo per la fiducia accordataci e per l’impegno che, come primo responsabile delle vocazioni, profonde quotidianamente.

Come ci ha ricordato il Santo Padre in occasione della 60a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, «nella Chiesa, siamo tutti servitori e servitrici, secondo diverse vocazioni, carismi e ministeri». Consapevoli di ciò, ci accingiamo a vivere questa esperienza che ci permette di comprendere come la Chiesa sia una sinfonia vocazionale, dove tutte le vocazioni sono unite tra loro per irradiare nel mondo la vita nuova del Regno.

Un ricordo nella preghiera.

Locri, 18 ottobre 2023

don Antonio Peduto, Direttore CDV e la

 Commissione Diocesana Vocazioni

In allegato la locandina con tutte le indicazioni necessarie.

 

 

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