Festa della Madonna di Portosalvo in Siderno
RITO DELL’INCORONAZIONE
(7 settembre 2023
A conclusione dell’Anno mariano, che è stato caratterizzato dalla peregrinatio Mariae
in tantissime parrocchie della diocesi, celebriamo (anche qui a Siderno) il rito
d’incoronazione della statua della Madonna di Portosalvo nel centenario della sua prima
incoronazione. Non so quanto questo rito viene oggi compreso nel suo giusto significato.
E’ bene per questo chiedersi perché lo facciamo? Cosa vuol dire incoronare Maria e
proclamarla Regina?
Sarebbe un’occasione mancata considerarlo un semplice rito devozionale. Una cosa
è certa: è un gesto da vivere con fede. L’incoronazione è un fatto regale, perché riguarda un
re o una regina. Incoronare la statua della Madonna di Portosalvo è riconoscere Maria
regina della città di Siderno. Qualcuno sorridendo potrebbe pensare: cosa d’altri tempi. La
mia preoccupazione allora è non ridurla ad un gesto di orgoglio campanilistico o a
qualcosa che richiama un passato che non c’è più, ma aiutare a viverlo nell’orizzonte della
fede. Se mancasse la fede, perderebbe di significato. La nostra fede cristiana vede Maria
sempre in riferimento al Figlio Gesù, che ha tra le braccia. Il Figlio di Maria ha un ruolo
centrale nella nostra storia: è mandato dal Padre a proclamare sulla terra l’avvento del suo
regno, regno di giustizia, di libertà, di speranza, di pace. E’ il regno che invochiamo ogni
giorno nella preghiera del Padre Nostro: “Venga il tuo Regno” (Mt 6,10; Lc 11,2). Per
Gesù questo Regno è già presente nelle sue parole e nelle sue opere. Egli è “il regno di Dio
è in mezzo a noi!” (Lc 17,21), il rivelatore del volto di Dio, del Dio che si fa vicino, che ci
ama adesso, perché siamo suoi figli, che ci perdona adesso. E’ il Dio che regna, qui e ora,
nella nostra vita ed in quella della nostra città. Gesù chiama beati coloro che possiedono il
suo regno: i puri di cuore perché vedranno Dio, i miti, i misericordiosi, gli operatori di
pace, coloro che sono perseguitati a causa della giustizia e del Vangelo.
Con l’incoronazione diamo lode a Gesù come nostro Signore e Salvatore e lo
accogliamo come nostro Re. Parimenti accogliamo Maria come nostra regina. Maria è “dal
Signore esaltata quale regina dell’universo, per essere così più pienamente conforme al
figlio suo, Signore dei signori e vincitore del peccato e della morte” (LG, 59).
Con questa fede ci rivolgiamo a Maria con la preghiera del “Salve, regina”.
L’acclamiamo nostra “regina”! Fu Sant’Efrem il Siro, dottore della Chiesa, scrittore e santo
di origine siriaca, vissuto nel IV secolo, il primo ad acclamare Maria “Regina”: “Vergine
Augusta e Padrona, Regina, Signora, / proteggimi sotto le tue ali, custodiscimi, / affinché
non esulti contro di me satana, che semina rovine, / né trionfi contro di me l’iniquo
avversario”.
E’ un riconoscimento importante, ma anche difficile, da associare ad una giovane
donna, ad un’umile ragazza del popolo. Lei non s’è mai chiamata con questo titolo, al
contrario s’è definita “serva del Signore” (Lc 1,38). Noi la chiamiamo Regina, ma lei ama
definirsi serva.
La sua regalità è in strettissimo legame con quella del Figlio. Maria è una regina
speciale, originale, controcorrente, che non disdegna seguire suo Figlio sino al calvario,
stare ai piedi della croce del figlio morente. Primeggia in ogni tempo ed in ogni dove, non
attraverso il potere, la mondanità e la ricchezza, sedendo su un trono, ma attraverso
l’umiltà del suo servizio. In Lei incontriamo una Madre, prim’ancora che una Regina:
c’insegna che il vero potere è l’umile servizio, quello nascosto che nessuno vede. È il
servizio che più conta: un servizio fatto non per apparire o cercare onori, riconoscimenti e
gratificazioni, ma un servizio espressione di amore.
Come cristiani rinati attraverso il battesimo partecipiamo della sua regalità. La nostra
regalità, come quella di Maria, è una missione da compiere, vivendo la quotidianità, le realtà temporali, le cose in vista del regno di Dio. E allora in concreto in questo momento
cosa può significare per me e per te incoronare Maria?
Incoronare Maria è fare in modo che Ella abbia un posto speciale nella tua vita. E’
lasciare che agisca in te, orientando le tue scelte, la tua vita nell’orizzonte di Cristo. E’
vivere in modo che Cristo operi te e nel mondo in cui vivi. E’ rinnovare davanti a Maria i
tuoi impegni di cristiano, è operare come una madre che sa comprendere e perdonare. Oggi in un mondo pronto a giudicare e condannare, dove di fronte alle calunnie sui social puoi poco difenderti, c’è bisogno di tanta compassione, di un cuore che ama, di una madre che comprende. Viviamo in una società che condanna molto, ma ama poco. Ove manca
l’umiltà del cuore, che porta sempre a più miti consigli. Ove tutti sono pronti a giudicare
gli altri senza il coraggio di leggersi dentro, di affrontare decisamente il caos dei propri
sentimenti.
Maria è una madre che brilla per umiltà. L’umiltà ci aiuta a riconoscere le nostre
fragilità ed a farci servi gli uni degli altri. Il servire è l’identità di questa madre. Maria ha
nel suo DNA lo spirito del Figlio, che dice di non essere venuto per essere servito, ma per
servire. Dove c’è il Figlio che serve c’è anche la madre. Ella regna dove regna il Figlio. Se
regna il Figlio, regna anche la Madre. Maria ci indica il servire con amore e per amore
come via che porta all’edificazione di una città veramente umana.
Il sogno del cristiano è un mondo ove regnano Cristo e sua madre.
C’è posto per Maria nella nostra vita e nella vita della nostra città? C’è posto per il
Figlio?
Abbiamo posto la corona sul capo del Figlio e della Madre, per dire che nella nostra
città devono essere loro a regnare. Ma desideriamo veramente che siano Gesù e Maria a
regnare nella nostra città? Se è così, mettiamo da parte la logica dell’esclusione e del
sospetto, dell’idolatria del denaro, del primato dell’economia libera da ogni principio etico,
delle disuguaglianze che generano violenza, del perbenismo che chiude il proprio cuore,
dei conflitti d’interessi che frantumano la comunità e portano all’isolamento dalla
partecipazione alla vita della città.
“Cristo regni!” è un’invocazione che sta tanto a cuore del cristiano. Cristo regna se
Madre e Figlio regnano insieme. Dopo questo rito d’incoronazione gridiamo a gran voce:
Cristo regni e con Lui regni anche la Madre su questa splendida città di Siderno, sulla
nostra Locride. Viva Maria nella nostra famiglia, nei nostri cuori, nella nostra Città! Se
Cristo regna in noi saremo veramente liberi dal nostro egoismo, dalle dipendenze che ci
opprimono. Non siamo veramente liberi se perdiamo il senso del nostro essere creature e
non creatori, del nostro essere servi e non padroni, del nostro essere amministratori del
creato e non suoi sfruttatori senza limiti. Siamo tutti chiamati a vivere nello spirito del
servizio, per essere veri uomini e donne, che fanno la propria parte nell’edificazione di una
Siderno nuova.
Ma chi sono i veri servitori?
La mamma a servizio giorno e notte: ecco la serva della famiglia! Il padre che si
spende per fronteggiare i bisogni della famiglia: è servo della famiglia! L’amministratore
fedele e saggio a servizio del bene comune: ecco il vero politico! Il medico, l’infermiere,
l’operatore socio-sanitario che si prendono cura delle ferite di chi soffre: ecco il buon
samaritano! Il sacerdote, che spende la sua vita per la comunità: ecco l’umile servitore! La
Chiesa che accoglie e serve l’umanità mendicante di speranza: ecco il servizio che vale!
Vogliamo anche noi farci servi come Gesù, servi per amore non per costrizione.
Vogliamo essere servi come Maria, maestra nel servizio.
A Te, Maria, nostra Signora di Portosalvo, ci affidiamo e chiediamo di continuare a
guidare tutti e ciascuno dei noi tuoi figli verso Cristo e il Padre, anche nella notte oscura e
nello smarrimento.
A Te affidiamo questa città di Siderno, la nostra Diocesi, i sacerdoti e i consacrati, le
vocazioni sacerdotali e religiose, le famiglie e in particolare i giovani e gli ammalati, i
carcerati e i disoccupati.
A Te affidiamo le Autorità e quanti governano questa città, coloro che hanno il
compito di custodire la sicurezza, quanti sono impegnati in prima persona nel perseguire
la corruzione e la malavita organizzata.
A Te affidiamo coloro che sono impegnati nel volontariato e nel servizio della carità
verso i poveri, gli emarginati, i senzatetto, i migranti.
A Te chiediamo speranza per la nostra terra, fragile, ma ricca di coraggio e di spirito
d’oblazione. Tutto affidiamo a Te, Madre del nostro cammino sinodale. Amen!
✠ Francesco Oliva
ph tratta dalla pag. Fb della Parrocchia Santa Maria di Portosalvo Siderno
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