Lettera del vescovo alle famiglie ed ai ragazzi e alle ragazze del catechismo
Carissime famiglie, genitori e ragazzi in cammino,
desidero con questa mia lettera di Natale far pervenire a ciascuno di voi l’augurio più sincero del santo Natale. Lo faccio con la convinzione che le restrizioni dovute alla pandemia non c’impediscono di vivere il Natale come vuole il Signore. Egli ci chiede di viverlo nel raccoglimento della casa, “un Natale con i tuoi”, lontani dal rumore e dalle distrazioni, illuminati dalla sua luce più che dalle luminarie che invitano al consumismo. Un Natale più vero, come lo hanno vissuto Giuseppe e Maria nel silenzio della grotta di Betlemme e dei pastori in quella fredda notte. E’ il Natale del Dio con noi, che si fa piccolo, venendoci incontro e ci dice: “Sono con Voi, condivido le vostre debolezze, soffro con voi. Conosco la vostra gioia ed il vostro dolore. Conosco il potere dell’odio e della cattiveria, ma anche la forza della riconciliazione, del perdono e dell’amore. La pandemia che limita i vostri movimenti l’ho sperimentata anch’io, quando non ho trovato accoglienza se non tra la povera gente, dai pastori, quando il potere sovrano di Erode voleva togliermi di mezzo. Partecipo realmente a tutta la realtà del vostro mondo”.
Quest’anno, la messa della notte non è possibile celebrarla come gli anni passati a causa del divieto di circolazione dopo le 22.00, ma in tutte le chiese il 24 dicembre verrà celebrata la messa vespertina nella tarda serata (tra le 18 e le 19,30), mentre il 25 dicembre, giorno di Natale, vi saranno la Messa dell’aurora e del giorno. Quante possibilità di far festa al Bambino Gesù!
Dopo le ore 22 del 24 dicembre non è possibile uscire. Vi chiedo di vivere la notte di Natale in famiglia e prima della cena radunati attorno al presepe di restare un momento in preghiera, leggendo il racconto della nascita di Gesù e dei pastori e pregando usando la scheda che vi è stata consegnata dal vostro parroco o che potete ritirare in parrocchia (che pubblichiamo in questa pagina ndr.). Non c’è Natale più vero di quello vissuto in casa. Gesù viene a santificare le nostre famiglie, benedicendole e facendosi vicino ad esse nelle difficoltà del momento presente. C’invita a non chiuderci in noi stessi e guardare oltre, trasformando il Natale nella festa della solidarietà di Dio con noi e della nostra solidarietà con i più poveri. Quanto è bello mettere da parte qualcosa per i più poveri, consegnandolo alla Caritas parrocchiale e sentendoci fratelli con tutti, perdonandoci a vicenda.
Non dimentichiamo che col Natale Dio viene nel nostro mondo: viene gratuitamente, non ci chiede nulla e neppure ha bisogno di noi. Viene di propria iniziativa, in modo del tutto disinteressato. Porta solo se stesso, la debolezza di un bambino in fasce, che nasce in viaggio, che viene deposto in una mangiatoia, che è da subito perseguitato da un sovrano diffidente, che deve fuggire in terra straniera come un migrante comune. Da molti sarà incompreso e finirà sul patibolo, ma non rimane sulla croce, alla fine mediante il potere dell’amore vincerà la morte e sarà il Risorto per sempre con noi. Possiamo così incontrarlo nelle nostre chiese, nelle nostre case, per le nostre strade, tra i più poveri, i malati ed i sofferenti. È per sempre il Dio con noi, il Vivente!
L’anno che sta per finire è stato un anno difficile. Voi ragazzi, in particolare, non avete potuto seguire le catechesi come avreste voluto. Ma non abbiate timore! Il Signore rimane vicino e vuole essere ugualmente con voi, entrare nel vostro cuore, farsi vostro cibo, ungere la vostra vita con l’olio del sacro Crisma. Si presenterà a voi nella gioia e nelle difficoltà, quando pregate in casa o in chiesa, quando lo riconoscerete tra i poveri, tra i malati ed i più deboli. Questo ci dice l’evangelista Giovanni quando scrive nel suo Vangelo: “Ed il Verbo si fece carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1, 14). Non è una comparsa quella del Dio che viene tra noi: Egli viene per restare con noi e condividere il cammino della nostra vita, conosce i desideri più profondi del nostro cuore come anche le nostre sofferenze e i nostri limiti. Ma attenzione! “Cristo può nascere mille volte a Betlemme, ma se non nasce in te, tu resti ancora e per sempre perduto” (Silesio). Nasce quando come i pastori resti stupito di fronte alla grandezza che si fa piccolezza, amore che può essere tradito, amico che può essere rinnegato. Egli viene perché vuole trasformarti dentro e rivoluzionare questo nostro mondo. Ed allora non lasciarti prendere dalla paura, vivi la speranza in un mondo nuovo che solo Lui il Signore saprà. Con noi insieme a Lui. Un mondo di pace riconciliato in se stesso. Al Signore chiediamo insieme a San Giovanni XXIII: “Aiutaci a conoscersi meglio ed a vivere fraternamente come figli di uno stesso Padre”. Solo così vivremo il Natale come vuole Gesù e nella notte santa potremo unirci al coro degli Angeli cantando insieme: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama”.
A Natale non c’è posto per la tristezza. La gioia del Signore illumini la vostra vita e porti a ciascuno la pace ed il desiderio di una vita nuova.
Buon Natale a tutti!
Il vostro vescovo Don Franco

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